Fortunata a Verona, distratta in Champions. Chivu sa che per chiudere bene il blocco di partite prima della terza sosta per le Nazionali, servirà un'Inter differente da quella che in 4 giorni ha centrato una sofferta doppietta, portando a 10 il totale delle vittorie nelle ultime 11 partite. Paradossalmente, l'Inter è stata molto più bella quando ha perso, per lo meno nella prima mezz'ora di Napoli. Fino al rigore e al patatrac, non solo emotivo.
Quella sconfitta è servita a Chivu per riscrivere le gerarchie in difesa, dove da 3 partite non si vede Acerbi. Improbabile che rispunti proprio contro la sua Lazio, che domenica sera torna a San Siro, rievocando pensieri foschi al mondo nerazzurro. Sarri sembra aver trascinato la squadra fuori dal pantano di inizio stagione: la piccola Inter che ha concesso speranza al Kairat fino all'ultimo pallone potrebbe non bastare.
La coperta di Chivu è corta, perché l'abbondanza è reale in attacco, ma solo teorica in mezzo al campo, dove pesano il mistero Diouf e ora l'infortunio di Mkhitaryan, per non dire delle fasce: Darmian non sta bene da un mese e mezzo e Luis Henrique col 3-5-2 non c'entra nulla. Dumfries perciò non ha un vero sostituto. E Dimarco ne ha solo mezzo, visto che Carlos Augusto (come col Kairat) fa spesso il difensore puro.
Domenica, Chivu riavrà Thuram e dovrebbe ricominciare dalla ThuLa. Esposito e Bonny sono molto più che due riserve, ma la forza e l'esperienza dei due veterani può aiutare l'Inter a fare la differenza.
Se il problema di Lautaro non è il gol, perché è vero che in campionato ne ha segnati solo 3, ma in Europa è già a quota 4, c'è da capire la "frenesia" che la tormenta. Chivu l'ha difeso anche dopo il Kairat, eppure il Toro resta lontano dal cecchino conosciuto in questi anni. Ritrovare Thuram potrebbe fare bene soprattutto a lui.