La Francia cambia idea: basta partite sospese per omofobia

"Razzismo e omofobia non sono la stessa cosa". Per questo motivo il presidente della Federcalcio francese, Noel Le Graet, chiede che da domenica prossima le partite non vengano più sospese per atti di omofobia da parte dei tifosi

La Francia cambia idea: basta partite sospese per omofobia

Il presidente della Federazione calcistica francese, Noel Le Graet, in un'intervista a France Info, ha annunciato di aver detto agli arbitri di non interrompere più le partite in caso di espressioni di omofobia da parte dei tifosi. Una decisione che sta facendo discutere, presa in disaccordo con il Ministero dello Sport e la Lega calcistica francese, che a inizio stagione, insieme alla Federcalcio, avevano sottoscritto un piano di lotta all'omofobia in aggiunta al già esistente protocollo di lotta alle discriminazioni.

Per Le Graet, fermare le partite per cori e striscioni contro gli omosessuali è stato "un errore". L'augurio del massimo dirigente della Federcalcio transalpina è che la sua decisione diventi effettiva già a partire dalla prossima giornata di campionato. "Interromperei una partita per i canti razzisti. Fermerei una partita per incidenti o se ci fosse una situazione pericolosa sugli spalti", ma il razzismo e l'omofobia "non sono la stessa cosa", ha spiegato Le Graet, prima di aggiungere che dovrebbe essere compito dei club fermare ai tornelli le persone che introducono allo stadio striscioni contro i gay.

Come quello esposto dai tifosi del Nizza lo scorso 29 agosto, durante il derby della Costa Azzurra con il Marsiglia. In quel caso, l'arbitro Turpin aveva sospeso il match per 10 minuti, ripreso grazie all'intervento dei giocatori di casa che, dopo una lunga trattativa, avevano convinto gli ultras dell'Allianz Riviera e ritirare lo striscione. Un fenomeno, quello degli atti di omofobia nel calcio, che ha indotto il governo a intervenire prevedendo dure sanzioni per i club responsabili, fino alla chiusura dello stadio.

Le parole di Le Graet hanno suscitato l'ira del ministro dello Sport, Roxana Maracineanu, secondo cui la presa di posizione del numero 1 della Federcalcio francese porta "discredito al calcio". Quest'anno, la Ligue 1 ha fatto parlare di sé per il pugno di ferro adottato da Lega e Federazione contro i comportamenti discriminatori allo stadio. Il nuovo protocollo imposto dal piano di lotta alle discriminazioni, sottoscritto insieme al ministero dello Sport, ha vietato non solo ogni atto di razzismo e omofobia negli impianti sportivi, ma persino il "vaffa". Misura, quest'ultima, ritenuta eccessiva da molti tifosi e addetti ai lavori.

Dall'inizio della stagione, in Francia diverse partite sono state sospese a causa di comportamenti poco "ortodossi". Ma a far discutere sono state soprattutto le sanzioni adottate dalla commissione disciplinare per punire gli atti omofobici. Come scriveva la Gazzetta dello Sport, già a fine agosto 10 club di Ligue 1 e quattro di Ligue 2 avevano ricevuto un richiamo, mentre le curve di Nancy e Ajaccio erano state chiuse per un turno. Fino all'episodio di Nizza-Marsiglia, così commentato dal giocatore rossonero Cyprien (di colore): "Sono contro ogni discriminazione, ma non possiamo fermarci per ogni idiota che inizia a urlare insulti dagli spalti".

Lo stesso motivo per il quale in Italia molti chiedono di non sospendere le partite per atti di razzismo. Infatti, i tifosi potrebbero approfittarne per interrompere il gioco, danneggiando così la squadra avversaria (o volendo anche la propria).

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