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La frase che rivela il bluff Superlega: "Forse non si farà..."

La frase shock del presidente del Real Madrid Florentino Perez, ora anche numero 1 della neonata Superlega: che la manovra dei 12 club fondatori si riveli solamente un bluff volto a minacciare internamente la Uefa e a far valere maggiormente la propria posizione?

La frase che rivela il bluff Superlega: "Forse non si farà..."

Il Re Sole del calcio moderno, il despota illuminato pronto a guidare il cambiamento del calcio europeo. "L'État, c'est moi!", diceva Luigi XIV agli inizi del XIX Secolo, "la (mia) Superlega salverà il calcio", afferma Florentino Perez nel day after della creazione della nuova competizione europea pronta a gettare una pietra sopra al calcio che abbiamo sempre conosciuto. Il presidente del Real Madrid - ora anche numero 1 della neonata Superlega, racconta a 360 gradi il nuovo progetto in diretta TV negli studi di Chiringuito de Jugones, nota trasmissione nottura spagnola: qui - però - tra deliri di onnipotenza e giri di parole con l'obiettivo di far apparire la nuova lega come qualcosa di salvifico e necessario per il calcio moderno, spinge improvvisamente il pedale del freno una volta imbeccato sugli eventuali tentativi di collaborazione con la Uefa, ormai in guerra aperta con i Dodici: "Vogliamo partire il prima possibile, ma non ci sarà nessuno strappo. Noi cerchiamo il dialogo e a quello lavoreremo. Se si può, si parte, altrimenti aspettiamo un anno. E magari non troveremo un accordo e non si farà. Ma io spero di si, perché altrimenti moriremo tutti". Un tentativo di addolcire la "concorrenza" a caccia del dialogo o un vero dietrofront da parte dei club indipendentisti?

"Senza Superlega muore il calcio"

Il presidendte della nuova Superlega, poi, ha precisato numeri e dati relativi alla necessità di dare vita alla nuova competizione. Serviva aria di cambiamento, qualcosa che la Uefa - con la sua lenta burocrazia e con tante, troppe, teste da dover mettere d'accordo - non è stata in grado di garantire: "Siamo in un momento di enorme difficoltà. Il calcio per colpa della pandemia ha perso 5 miliardi di euro. Noi 100 milioni in tre mesi un anno fa e 300 in questa stagione. Bisogna far qualcosa, bisogna cambiare. I giovani stanno perdendo interesse nella competizione e bisogna far si che si riaggancino al prodotto. Per farlo bisogna cambiare, così come si fece negli anni 50 quando Santiago Bernabeu ideò la Coppa d’Europa e ha cambiato la storia del calcio, ora succederà lo stesso. Sono tre anni che lavoriamo a questo progetto, la pandemia ci ha costretti ad accelerare i tempi".

Una Superlega per i tifosi

"Il calcio è per i tifosi", recitava la maglietta indossata qualche ora fa dal Leeds nel riscaldamento prima della sfida contro il Liverpool, "Vergognatevi", scrivevano i tifosi dei Reds su diversi striscioni lasciati appesi fuori da Anfield Road. Eppure, secondo il numero 1 del Real Madrid, la Superlega sarebbe stata costituita proprio per garantire lo spettacolo a oltre 4 miliardi di potenziali tifosi: "L’unico modo per sopravvivere è generare nuovi introiti, che al momento possono arrivare solo dal mercato televisivo. L’attuale Champions League non è attrattiva, lo diventa solo in marzo, la gente non vuole vedere partite contro squadre modeste. Ci sono 4 miliardi di potenziali tifosi che vogliono veder giocare i grandi club. Se questi grandi club vanno bene e incassano possono poi condividere quanto incassato con i club modesti, perché noi ragioniamo in termini di valori e di solidarietà".

"Hanno detto che è un progetto da ricchi per ricchi che renderà i poveri più poveri e non è vero. Ho sentito il Primo Ministro inglese Boris Johnson dire che vuole proteggere la Premier League ed evidentemente è stato informato male da persone che ora hanno dei privilegi che non vogliono perdere. Noi non vogliamo farla finita con la Premier, che è un’istituzione del calcio, né con gli altri campionati. Però se noi non guadagniamo moriremo, e con noi il calcio, che è in rovina"

Le minacce della Uefa

E sui rischi di esclusione dalle competizioni Uefa e dai campionati di appartenenza dei club fondatori? Florentino Perez non è preoccupato, mancano le basi legali per farlo: "Chi gestisce in regime di monopolio come la Uefa dev’essere trasparente, e la Uefa non lo è. La Uefa storicamente non ha una buona immagine, e non voglio citare qui cose successe in passato. Non possono minacciarci solo per aver pubblicato un documento che dice che vogliamo parlare con loro. Le minacce di Jesper Moller di escluderci dalla Champions attuale? Uno che confonde il monopolio con la proprietà. Bisogna dialogare, parlare per salvare il calcio, come fece Bernabeu negli anni 50. Non ci cacceranno dall’attuale Champions e nemmeno dall’attuale Liga. Sono completamente sicuro di questo.

Non ci sono le basi legali per farlo".

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