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Un fuoriclasse disperso dentro di sé salvato da una famiglia magica

La moglie Flavia Pennetta, l'amore per Federico, la dedica a mamma

Un fuoriclasse disperso dentro di sé salvato da una famiglia magica

C'è un'immagine del trionfo di Fognini che più delle altre stringe il cuore. Quella in cui Fabio, dopo aver compiuto un'impresa d'altri tempi, corre ad abbracciare, uno dopo l'altro, tutti i componenti del suo clan. È vero, si dirà, il tennis è uno sport solitario, dove l'aspetto psicologico gioca un ruolo determinante. Ma è anche vero che dietro ad ogni risultato, qualsiasi esso sia, c'è sempre un team e una famiglia che sono rifugio e motivazione di ogni atleta. Quando all'indomani del trionfo pasquale Fabio confida ai microfoni di Sky di «essersi ritrovato dopo un periodo buio in cui ho toccato il fondo: ero negativo con me stesso, mi sopportavo poco», è toccato a loro il compito di sorreggere lo scudo a protezione del Fabio cavaliere inesistente e frustrato per un 2019 fino ad allora avaro di soddisfazioni. Il ligure si è rifugiato nelle braccia rassicuranti della famiglia, la compagna Flavia Pennetta, il figlio Federico, la sorella Fulvia, babbo Fulvio e mamma Silvana, che si sono ingegnati per cercare di diluire la sua amarezza. «Sono una persona molto fortunata, loro sono sempre con me e quindi non posso chiedere di più». Il cerchio magico che lo isola e lo protegge per renderlo impermeabile alle critiche. Come quando, sotto 6-4 4-1 contro Rublev e a un passo dal baratro, Fabio è ripartito alla grande, in una settimana di cuore e passione, chiusa poi con il botto. «Era uno dei miei più grandi sogni vincere qui a Montecarlo».

Dietro ogni uomo di successo come si suol dire - c'è sempre una donna: Flavia Pennetta incarna la donna ideale. Grande tennista, suo un Us Open, la brindisina è ora a tempo pieno moglie di Fabio (dal 2016) e mamma di Federico Fognini, il bimbo di quasi due anni che come i genitori ha la lettera iniziale F, per continuare la tradizione della famiglia Fognini, e porta il nome di Federico Luzzi, l'amico tennista scomparso a causa di una leucemia fulminante.

Sul futuro con la racchetta di baby Federico, il ligure ci va piano. «Flavia ne sarebbe felice, io no», rivelò in passato Fabio. Passato che, guarda caso, si ripresenta nella semifinale con Nadal, allenato da Carlos Moya, vecchia fiamma di Flavia. Che ora, dal canto suo, veste i panni della Mirka Federer italiana. Del team Fognini fanno parte coach Franco Davin, Corrado Barazzutti («Il rapporto tra i due è bellissimo, sono molto legati, è un binomio vincente», spiega Fulvio Fognini, il padre con cui Fabio nel 2014 e proprio a Montecarlo, in preda a una crisi di nervi, ebbe un diverbio in campo), il preparatore Douglas Cordero e il manager Colombini. Tutti per uno, uno per tutti. Dopo la sbornia Montecarlo, Fabio salterà l'Atp di Barcellona, sua dimora, per recuperare dal problema alla coscia. Gli resta una sola missione: conquistare uno Slam, il traguardo per il quale tutti sarebbero disposti a dare la vita sportiva. Non c'è traguardo che non possa essere raggiunto.

Adesso, anche Fabio lo sa.

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