«Il furbo faceva false promesse E ho detto addio»

nostro inviato ad Appiano Gentile

Il peccatore è tornato a casa, ha aperto la porta e caricato l'arma per una serie di mitragliate, tutte alla figura, la stessa. C'era la sala piena come con Mourinho, gente venuta anche da lontano, al suo fianco, al tavolo della presentazione, Marco Branca si sentiva proprio bene ma doveva fingere di sentirsi a disagio: «Devo dire grazie alla gente del Milan, a Barbara Berlusconi, a Silvio Berlusconi, a Tassotti e al dottor Tavana - ha detto Cassano -. Ho avuto problemi con una sola persona e non venitemi a parlare di mancanza di riconoscenza». Praticamente in diretta hanno girato questa dichiarazione a Massimiliano Allegri che ha commentato: «Lui è uno che non ha rispetto». E Cassano: «Per l'allenatore io ero la quinta, la sesta o la settima ruota».
A occhio e croce ha già dato titoli per tutta la settimana ma si sta solo scaldando: «Perché ho fallito al Milan? No, non ho sbagliato io ma qualcuno che sta sopra i giocatori e sopra l'allenatore. Tante promesse mai mantenute, ha fatto il furbo e a me non è piaciuto». Qualcuno gli chiede se per caso stesse parlando di Galliani. E Cassano: «Il nome lo avete fatto voi, non io». Mormorio in aula come nei telefilm americani, il collega che ha fatto la domanda si gira e mormora: «Adesso gli mette una taglia, non aspetta neppure il primo derby». Marco Branca non può sentire il commento ma visibilmente imbarazzato sopprime l'esplosione di una risata isterica. Nuovo mormorio in aula. Qualcuno teme che prima o poi ad Appiano venga chiesto un biglietto d'ingresso per poter assistere agli spettacoli, proprio come succedeva con Josè Mourinho. E onestamente non si capisce come ci si potrebbe opporre. «Voglio avere persone che davanti a me parlino chiaro - ha continuato Antonio Cassano mentre caricava nuovamente l'arma -. Ho sentito Pazzini, lui mi ha riferito che le cose le sapeva da tempo, con lui sono stati tutti corretti, gli hanno detto subito quale era la situazione. A me invece hanno promesso un prolungamento del contratto e poi non se n'è mai fatto niente. Domani... Domani... Poi leggo che vanno via Thiago Silva e Ibrahimovic e allora ho detto ad Allegri che volevo la mia cessione. A quell'altro l'ho fatto sapere dal mio procuratore durante gli Europei. Avrei preferito che mi dicessero: la situazione è questa, se ti va bene è così, altrimenti vai fuori». Poi si gira verso Marco Branca e fa: «Lui e Piero Ausilio con me hanno parlato proprio così. E così mi piace». Il dt dell'Inter deve avere provato sensazioni irripetibili, in mezz'ora circa un gratificante compendio del lavoro di anni.
E ancora eravamo solo a metà gara.
«Certo che lo sento Ibrahimovic. Noi ci sentiamo ma quello che mi dice lo tengo per me. Anche Gattuso non ha detto cose sbagliate. I colpevoli non sono i calciatori ma c'è chi se ne lava le mani di certe cose. E questo qualcuno dovrebbe far rispettare le regole. Cosa penso? Penso che alla fine l'Inter ha fatto un sacco di acquisti, tutti uno più bravo dell'altro. Dall'altra parte invece non c'era una situazione così».
A Milanello, Massimiliano Allegri sollecitato più volte, fa: «La cosa più brutta è andare via e parlare».
Vabbè, Antonio Cassano adesso è un altro, mica come prima: «Quando mi fumava la testa e Moratti faceva bene a non portarmi qui. Ma mi ha sempre voluto, quando ci siamo incontrati mi ha abbracciato. Io devo ringraziare per primo lui». E a chi gli ricorda che era stato così tenero anche quando venne presentato al Milan, e che sopra c'era solo il cielo, lui neanche aspetta che finisca la domanda: «È vero, e sopra il cielo c'è solo l'Inter».

Dai, qui se l'è cavata bene, preparata di sicuro perché era normale che qualcuno glielo rinfacciasse, ma ne è uscito bene: «Chi ci ha guadagnato nello scambio? L'Inter naturalmente, l'Inter». Lo spettacolo rischia una caduta solo quando dice che qui corona un sogno. L'islandese Birkir Bjarnason stava dicendo più o meno la stessa cosa nel ritiro del Pescara, l'avversaria di oggi.

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