È il guanto di sfida lanciato da Suning agli Agnelli. Dall'Inter alla Juventus. Roberto Gagliardini non guarda in faccia a nessuno. In campo ha impressionato per la sua personalità, fuori per la determinazione che emerge dalle sue parole. «Non mi interessa se ero o non ero vicino ai bianconeri, domenica sera darò tutto me stesso per la mia squadra». È il primo vero colpo della gestione cinese che vuole italianizzare l'Inter, Non a caso il suo trasferimento è considerato l'unica vera grande operazione della sessione invernale. Ed è soprattutto un messaggio lanciato alla Signora da parte della famiglia Zhang. È sfida totale in campo e fuori. Suning ha le idee chiare su Lega Calcio e su mercato: il primo colpo della prossima estate con ogni probabilità sarà Manolas, per il difensore della Roma è pronto un contratto quinquennale da firmare. Poi toccherà agli italiani. Marco Verratti e Federico Bernardeschi sono obiettivi più o meno dichiarati, nessun problema a entrare in competizione con la Juventus. Nemmeno per Domenico Berardi, sul quale i bianconeri vantano un diritto di prelazione, ma il giocatore ha un debole per i nerazzurri, colori che vestirebbe di corsa.
Quindi Gagliardini segna l'inizio di una nuova rivalità riaccesa sul campo dal successo dell'Inter nella gara d'andata. I bianconeri non l'hanno dimenticata, Buffon l'ultimo a ricordarla. Il centrocampista dell'under 21 allora non c'era, impegnato a recuperare il tempo perduto nell'Atalanta. «Sì, è vero, lo scorso agosto mi sentivo in ritardo rispetto ai miei compagni. Avevo giocato diversi anni solo in serie B e volevo esordire in serie A». In pochi mesi si è preso tutto. Prima l'Atalanta diventando uno degli artefici dell'incredibile stagione della squadra di Gasperini. Poi a gennaio ecco l'Inter. Subito titolare, indispensabile nello scacchiere di Pioli ad appena ventidue anni: «Trovare posto fin dall'inizio mi ha facilitato nell'inserimento ma io ero sicuro dei miei mezzi, sapevo cosa fare per aiutare la squadra». Gagliardini è uno che va di fretta, ieri ha anche annunciato via Instagram di aver preso casa: «Ufficialmente domiciliato a Milano». Ha bruciato le tappe, ma non ha perso l'umiltà: «Forse è stato un crescendo anche troppo veloce».
La Juve è nel suo destino. A inizio gennaio stava andando in pullman a Torino per sfidare la Signora in coppa Italia con l'Atalanta. È squillato il telefono, l'hanno fatto scendere di corsa e una macchina l'ha riportato a Milano per firmare con l'Inter. Domani andrà a Torino con un altro pullman, sempre nerazzurro, ma nessuno stavolta lo farà scendere. Anzi, dopo il ko con la Lazio senza di lui in campo, il primo del 2017, tornerà titolare. «Andiamo per fare risultato anche se affrontiamo i più forti del campionato. Siamo convinti di potercela giocare ad armi pari», dice. E parla da uomo squadra non da uno che non ha alle spalle nemmeno un mese di Inter: «L'approccio sarà fondamentale, dovremo iniziare con la cattiveria giusta».
Sorprende nell'avversario che toglierebbe alla rivale: «Bonucci, il miglior difensore». Incrocerà spesso Pjanic: «Il più forte centrocampista in Italia per qualità e mezzi». Il bosniaco ha preso il posto di Pogba, ma la Juve a un certo punto ha pensato a lui per colmare il vuoto lasciato dal francese. Perché lui ha fisico e qualità che si avvicinano molto al Polpo: «Non penso a quello che poteva essere, nessun motivo di rivalsa».
Non nomina lo scudetto, anche se con una vittoria si potrebbe riaprire una porticina, ma la Champions sì: «Se vincessimo noi daremmo un bel segnale al campionato di poter stare tra le prime tre. Facciamo la corsa su Roma e Napoli. Ci stanno davanti e quindi non dipende solo da noi. Ma ci sono ancora gli scontri diretti». E l'Inter se li giocherà in casa.
La Juve dunque potrebbe rappresentare un trampolino di lancio. È la partita di Gagliardini anche se non ha mai affrontato la Signora. E non ha ancora segnato in serie A: «Devo essere più cattivo e crederci di più. Magari se mi sblocco non mi fermo più». Non c'è occasione migliore della sfida di domenica sera che potrebbe trasformarsi in una prima volta storica per Gagliardini.
E dovrebbe essere anche
la prima volta di Steven Zhang allo Juventus Stadium. Non accadeva dal 1998 che un dirigente nerazzurro andasse in trasferta a Torino. Dal mercato al campo, a suo modo anche questo un guanto di sfida lanciato alla Signora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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