MilanoL'unica certezza di Adriano Galliani sul Milan del futuro si chiama Silvio Berlusconi alla guida della società. Per quanto riguarda la sempre più traballante panchina di Clarence Seedorf, continua il silenzio assordante. «Speriamo che Berlusconi rimanga per i prossimi 100 anni» le parole dell'ad rossonero all'assemblea dei soci che ha sancito l'approvazione del bilancio 2013 con un rosso da 15,7 milioni, interamente ripianato da Fininvest che ha versato 22 milioni, una parte in conto capitale e l'altra tramite finanziamento. Conti che evidenziano il calo dei ricavi dai 275,9 del 2012 a 254 milioni di euro. Quindi non bastano l'abbassamento dei salari, da 176,4 a 144 milioni, è il contenimento delle spese correnti per ulteriori 4 milioni a riequilibrare definitivamente il bilancio, anche se Galliani avverte che in tal senso si avrà un'ulteriore ricaduta positiva nel prossimo esercizio. Che però non potrà contare sugli introiti della Champions e questo potrebbe quindi rappresentare un ulteriore innalzamento del passivo. Tutto questo considerando che già il 2013 ha più che raddoppiato quello dell'anno precedente chiuso con un meno 6,9 milioni di euro.
Galliani pensa comunque positivo e sottolinea che il Milan è perfettamente allineato al fair play finanziario dell'Uefa e si chiede «come faranno gli altri club italiani che hanno perso 100-200 milioni negli anni passati». Comunque conti e campo vanno di pari passo. E per Galliani quelli sportivi sono solo in attivo: «L'anno scorso siamo arrivati terzi e abbiamo passato la fase a gruppi della Champions». Lapidario nel rispondere a un piccolo azionista che aveva puntato il dito sulla conferma di Allegri e l'affare Pato-Tevez. Ancora più duro sul confronto col Milan di Farina proposto da un socio: «La storia è diversa, Berlusconi ha salvato il club dal fallimento con un investimento iperbolico».
L'ad rossonero lascia i meriti per la nuova sede, proprio durante il cda le facciate venivano personalizzate con i colori sociali, a Barbara Berlusconi, a conferma di un'unione di intenti che va dalla scrivania al campo: «Il merito va tutto a Barbara. Oggi siamo in affitto, ma abbiamo già fissato l'opzione d'acquisto della sede». Valida a partire dal 2019 forse non a caso quando sarà definitivamente chiara la questione stadio. La figlia del presidente rossonero non era presente all'assemblea perché si discuteva un bilancio che faceva riferimento quasi esclusivamente all'operato di Galliani, essendo lei diventata ad lo scorso dicembre.
Difficile far tornare i conti, ancora più complicato salvare la panchina rossonera per Seedorf. «Niente domande di carattere sportivo. Il futuro non è in discussione in questa assemblea» ha messo subito in chiaro Galliani. Anche se il discorso Seedorf si intreccia con i bilanci. Perché l'obiettivo del quinto posto è spiegato con il fatto che così il Milan non sarebbe obbligato a rinunciare alla redditizia tournee estiva americana, oltre ad assicurarsi subito una parte di introiti dell'Europa League. Soldi freschi che con il sesto posto, causa preliminari, verrebbero persi. Il quinto posto ha quindi una doppia valenza vitale: cassaforte e panchina. Anche se Seedorf pagherebbe soprattutto lo scarso feeling con una parte della squadra e della società.
A venirgli in soccorso potrebbe essere solamente la quadratura dei conti, appunto.
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