Garcia e Mihajlovic si salvi chi può «Come due pistoleri»

Sinisa scherza ma non troppo: "So com'è il calcio..." Rudi: "Non perdo tempo con le voci sull'esonero"

Garcia e Mihajlovic si salvi chi può «Come due pistoleri»

Franco OrdineL'immagine è efficace oltre che suggestiva, copyright di Sinisa Mihajlovic prima di trasferirsi a Roma e sembra fatta apposta per suggerire una battuta da film spaghetti-western. «Ha tutta l'aria di una sfida tra due pistoleri», la condizione che accomuna stasera, sulle panchine di Roma-Milan, i due allenatori. «Con una differenza: lui lavora lì da tre anni io da sei mesi», la correzione al volo quasi per segnalare la discutibile analogia tra i due destini riuniti in una sola notte, in una sfida di appena 90 minuti. Garcia è più asciutto («Ho deciso di avere una comunicazione neutra») e anche meno disinvolto di Sinisa, capace anche di apparecchiare un paio di battute niente male («Non ho letto i giornali, ho chiesto di farmi la rassegna solo dei giudizi positivi, e da molti giorni non mi arriva più la rassegna!») e di rifilare una stoccatina persino al suo amico Mancini («Ci sono squadre che subiscono, poi fanno un tiro, fanno gol e vincono le partite»). Il francese è da molto più tempo sulla graticola e perciò forse è meno disponibile a sorridere della propria condizione di precario a vita. «Non perdo tempo con le voci di esonero», si difende così prima di aggiungere un motto in gran voga anche ad Arcore («chi non vince sta zitto e lavora per tornare a vincere»). Mihajlovic invece è molto più realista e conosce benissimo lo scenario futuro: «Sono sereno e non mi preoccupo ma so perfettamente che se i risultati delle due prossime sfide non saranno positivi correrei dei rischi, vivo nel calcio da 30 anni, conosco le regole. Non mi faccio da parte perché la squadra è con me e lavora sodo». Dietro il ghigno del francese, magari c'è la stessa consapevolezza anche perché i giornali e le radio romane sono pieni delle voci sul possibile sostituto (il più accreditato di tutti è Luciano Spalletti che ha già lavorato in quella piazza). Così come ai margini di Milanello si affollano molte sagome in vista dell'eventuale esonero del serbo. Brocchi è la soluzione fatta in casa (piace tantissimo al presidente), con il supporto di Lippi (il figlio Davide è l'agente del tecnico della primavera) se dovesse prevalere l'orientamento di puntare, poi, a fine stagione, su un nome che scalderebbe i cuori del popolo rossonero, Antonio Conte. Prandelli ha ricevuto qualche eco, Capello è sempre alla finestra godendo dei buoni rapporti con Silvio Berlusconi.Perciò quella di stasera sembra più una sfida di Champions, dentro o fuori. Chi avrà più lucidità, riuscirà ad emergere. Per esempio nel Milan s'è visto ieri un Montolivo ferito a morte da certe rappresentazioni del suo gesto di fine partita («ho letto commenti in malafede») mentre Cerci, infilzato dai fischi e da critiche feroci (reduce comunque giovedì da una nottata al casinò di Campione), è stato escluso dai convocati, «per scelta tecnica» la spiegazione di Mihajlovic che però l'ha difeso («non abbiamo perso per colpa sua»). Al suo posto sarà confermato Honda con Boateng pronto a subentrare. Come il ds della Roma Walter Sabatini, difensore d'ufficio di Garcia, anche Adriano Galliani è convinto che procedere a un ennesimo cambio significherebbe compromettere anche questa stagione, la terza di fila, che ha, nella potenziale finale di coppa Italia, una via d'uscita. Il vice Berlusconi non si è speso con dichiarazioni pubbliche solo perché, conoscendo alla perfezione il pensiero del presidente sul conto del serbo, non ha voluto accreditare l'immagine di un club con due posizioni. Le divisioni intestine hanno già fatto troppi danni. La Roma può puntare sul recupero di Totti e di Salah: magari potranno dare una mano. Così come, nel caso del Milan, Luiz Adriano sarà al fianco di Bacca per tentare di mettere fine al digiuno di gol.

«I nostri attaccanti devono essere più cattivi e più sereni al tempo stesso», la cura proposta da Mihajlovic. Forse ha ragione Aquilani che dal Portogallo ha fornito una spiegazione delle vicende rossonere. «Ai miei tempi, nello spogliatoio, ovunque mi girassi, c'era un campione da cui imparare».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica