nostro inviato a Milanello
Mancava solo la neve a ovattare l'atmosfera già idilliaca di questi giorni a Milanello. Perfettamente verde solo il campo dove il Milan ha svolto l'allenamento. Tosto come al solito. Parola di Suso, che rivela il siparietto con Gennaro Gattuso prima di iniziare.
Suso: «Com'è oggi, tranquillo?». Gattuso: «Sì, sì». Suso: «Alla fine il mister si avvicina e mi dice: Sei stanco?. E io: No, no».
Però, quando si siede, la smorfia per le cosce che si lamentano racconta un'altra verità.
È la «cura» Gattuso...
«Gli allenamenti sono duri, però poi sto bene in partita. Il mister? È caldo: grida nello spogliatoio e in campo. È importante perché magari lui vede cose che noi non vediamo. Comunque preferisco stare dal suo lato nel primo tempo, così poi sono più tranquillo. La parola d'ordine è concentrazione, sempre».
Resistete fino a maggio?
«Speriamo...».
Kessie ha detto che con Montella non si lavorava.
«Ognuno ha il suo metodo. Montella magari vince la Champions con il Siviglia e cambia ogni discorso... L'anno scorso, quando andavamo bene con lui, nessuno diceva nulla. Io gli sarò sempre riconoscente. Spesso la differenza la fa la motivazione di noi giocatori».
Di Montella diceva che era un allenatore spagnolo. Definisca Gattuso in una parola.
«Passione. Ci mancava. Mi piace per come entra dentro le persone. Instaura un rapporto sincero».
Adesso arriva il derby, la sua partita. Negli ultimi trent'anni lei è il rossonero più decisivo dopo Ibra.
«Lo stadio così grande, l'atmosfera, tanta gente, bellissimo. Quando esci e vedi quelle coreografie è incredibile. Mi esalto».
L'ultimo derby, quello di Natale, ha ribaltato la situazione: il Milan è ripartito, l'Inter è andata in crisi. Quello di domani come lo vede?
«Non mi piace arrivarci da favorito. Possiamo peggiorare la loro crisi? A me non interessa quello che fanno loro».
E dire che l'Inter l'aveva cercata in estate...
«È vero, c'è stata un'offerta. Ma io avevo chiara l'idea di restare qua».
Anche adesso tanti club la seguono.
«Ci sono delle cose. Non esiste il per tutta la vita nel calcio. Facciamo bene fino a giugno. Poi vedremo...».
C'è anche da giocare una finale di Coppa Italia. Cosa è successo con Milinkovic Savic?
«Non mi ero accorto di nulla. Me l'ha detto mia mamma. Se mi ha dato fastidio più il balletto o lo sputo? L'unica cosa che conta è che noi siamo andati in finale e lui no».
Per il derby sono arrivati i suoi genitori?
«Da quando ho segnato due gol nel derby li faccio sempre venire. Ci saranno anche quattro amici».
Quanto conta la famiglia nella sua carriera?
«Non dimentico che quando ero piccolo dovevo sempre fare trenta minuti di macchina per andare all'allenamento e, a differenza di altre famiglie, la mia c'era sempre. Probabilmente è per quello che sono arrivato dove sono».
A proposito di casa, in un filmato su Instagram anche i suoi cani giocano a pallone...
«Lorenzo, Tina e Gala giocherebbero sempre. Mi fanno correre pure loro. Sono scatenati».
Ha detto: non farò mai l'allenatore. Perché?
«In una squadra siamo in 25 e c'è sempre qualcuno scontento. E sapere che è per colpa di una mia scelta non mi piace».
Critici e avversari la indicano come il giocatore più importante, è il Milan di Suso?
«Già con Montella mi sentivo importante. Ma la verità è che non ho mai visto un gruppo così unito: pure chi gioca meno tiene alta l'intensità in allenamento».
Chi l'ha sorpresa di più?
«Mi piace moltissimo Romagnoli. È a un livello molto alto».
C'è feeling con Cutrone: dall'assist nel derby di coppa a quello contro la Roma...
«È molto intelligente dentro l'area. È sempre al posto giusto».
All'Inter chi toglierebbe?
«Dire Icardi è scontato. Allora faccio il nome di Rafinha. Ci ho giocato insieme, lo conosco: se sta bene, so cosa può fare».
Con il Milan in crisi ha scritto: «Mai fermarsi. I tempi difficili saranno quelli belli».
«Nel calcio non deve esistere la paura, al massimo può mancare la fiducia. Per esempio contro la Roma: Cutro non vede nemmeno la palla ed entra. Tre mesi fa magari sarebbe uscita».
Nella corsa Champions tra Inter, Roma e Lazio chi è la più pericolosa?
«La Lazio, non è appariscente ma sa quello che deve fare. È la più regolare. Ma noi ci crediamo alla Champions, anche se dobbiamo pensare partita dopo partita».
Quarto posto, Europa League o Coppa Italia: che cosa prende?
«Preferisco il 4° posto che vincere con l'Arsenal. Meglio fare un buon campionato, se arrivi decimo...».
Ma l'Europa League qualifica comunque alla Champions e il Milan non l'ha mai vinta...
«Certo, ha giocato sempre la Champions».
Assist o gol, domani sera?
«Assist. Ma questa volta non faccio scommesse».
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