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"Gaucci noi siamo di Serie A": la lite più trash del calcio italiano

Nel novembre 1999 andò in scena uno scontro furioso e surreale con il patron del Bari Matarrese

Gaucci si scaglia contro Matarrese nel post partita
Gaucci si scaglia contro Matarrese nel post partita

Socchiudi le palpebre e prova a tratteggiare il momento più imbarazzante del tuo personale amarcord calcistico. Fatto? Ora moltiplicalo per cinque. Sappi che comunque non ci sei ancora arrivato, a quei livelli.

Avvitiamo il nastro all’indietro. 6 novembre 1999. A Perugia il freddo inizia già a lavorare i pensieri. Sugli spalti del Renato Curi però la temperatura fonde il termometro. In mezzo al campo si contendono la vittoria il Grifo e il Bari. L’aria sembra già spessa prima ancora di cominciare, ma bastano nove minuti per alzare la manopola della tensione.

Duccio Innocenti, centrale che ha impresso “ruvidezza” tra i segni particolari della sua carta d’identità, affonda il gomito nello zigomo di Renato Olive. Ossa che si infrangono. Rovinosa caduta a terra. Gli spalti rumoreggiano per lo spettacolo ferale. Tra i giocatori si accendono pulsazioni tribali. Prodigiosamente incosciente, l’arbitro Emilio Pellegrino fa spallucce. Lui non ha visto nulla.

Apriti cielo. La gara scivola via attraversata da un livore che aspetta soltanto di essere scoperchiato. Il Bari vince 2-1. Le guance del patron del Perugia Luciano Gaucci divampano. Incontrarlo nel dopo partita equivale ad una iattura cosmica. Prima va faccia a faccia con il fischietto, soverchiato da un’ira incontenibile: “Il giocatore è in ospedale e ha la frattura e lei non ha fatto niente!”. Pellegrino, fedele al suo irredimibile (quanto inspiegabile) aplomb, alza gli occhi al cielo e scorre oltre.

Poi arriva la provocazione intollerabile. Sporgendosi dal pullman del Bari, il presidente Vincenzo Matarrese grida al suo pari grado: “Gaucci noi siamo di Seria A! Gaucci!”. Lo sclero è servito. Infilzato da quella manciata di parole, Luciano inizia a fare a sportellate tra la gente che cerca di trattenerlo, per andare incontro a Matarrese. La replica del patron del Grifo è da manuale dell’improperio: “Vai a fare in c…mortacci tua, te e tuo fratello. Zozzone, venduto, figlio di…Lasciami - abbaia ad un addetto che si aggrappa alla sua giacca nel disperato tentativo di contenere il degrado - gliene devo dire quattro”.

Gaucci giunge quasi sotto il mezzo del Bari. Giù un altro carico di pittoreschi insulti. Vorrebbe salire a bordo, per farsi giustizia da solo. Un cordone di avveduti evita il peggio.

La lite più trash del calcio italiano è servita.

Compianti, a tratti eccessivi, certamente passionali: Gaucci e Matarrese erano davvero di Serie A.

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