
Galeotto è stato uno dei movimenti imparati a memoria con Sarri e suo marchio di fabbrica di inizio stagione, ovvero quel taglio interno su un pallone servitogli in area avversaria. Il destino di Faouzi Ghoulam incrocia quello del compagno di squadra Milik: ginocchio destro piantato sul prato del San Paolo durante la gara con il City e il crac che nella notte dell'impresa a metà contro Guardiola regala cattivi presagi. Confermati dagli esami strumentali: rottura totale del legamento crociato anteriore e stagione praticamente compromessa.
Oggi il professor Mariani opererà l'algerino nella clinica romana Villa Stuart e fornirà i tempi di recupero, che si possono già stimare tra i 4 e i 6 mesi. Destino beffardo per il terzino che stava per firmare il rinnovo di contratto con il Napoli dopo un lungo tira e molla: accordo con scadenza nel 2022, ingaggio da 3 milioni di euro garantiti all'anno più alcuni bonus legati ai risultati e una clausola rescissoria fra i 35 e i 40 milioni, valida però soltanto per le squadre dell'estero.
Ora che Ghoulam si è fermato ai box, i meccanismi della macchina quasi perfetta di Sarri rischiano di andare in tilt. A dispetto di quei 25 minuti giocati alla grande, l'eredità migliore lasciata dall'ultima uscita europea al San Paolo («ci hanno massacrato», l'ammissione di Guardiola). L'algerino, stakanovista della truppa partenopea - 17 presenze su 17 sempre da titolare e quasi 1500 minuti giocati - garantiva copertura e sapeva come accendere Insigne sulla stessa fascia di competenza. In più le due reti decisive a Verona e a Ferrara (in casa della Spal splendida l'azione personale del 3-2). «Non sarà facile rimpiazzarlo, nel suo ruolo è uno dei più forti d'Europa», ha ammesso il tecnico del Napoli nella pancia del San Paolo dopo il 2-4 con il City, definito «ingiusto» dal folletto azzurro. L'Europa che rischia di svanire se gli azzurri non dovessero battere lo Shakhtar in casa porta in dote l'infortunio di uno dei titolarissimi e un punto interrogativo sul futuro prossimo del Napoli. E se già l'impegno continentale stava assumendo i contorni di un fastidioso fuori programma (i tre ko stagionali sono arrivati in Champions), ora che la rosa perde un altro fedelissimo di Sarri il problema di concentrarsi su un obiettivo diventa impellente. Con i dubbi legati a come fronteggiare l'emergenza: il ko di Milik permise di scoprire Mertens nove vero, quello di Ghoulam penalizza il Napoli che non ha soluzioni di riserva all'altezza.
«Non darei un bel messaggio alla squadra se pensassi già all'Europa League», aveva detto l'allenatore prima della sfida con Guardiola. Il punto è capire se, ora che la prospettiva della «retrocessione» è concreta, il Napoli avrà la forza psicofisica di continuare il cammino nella Coppa meno prestigiosa con un campionato nel quale è al momento l'attore principale. Gli impegni si susseguono senza sosta, Sarri continua a lamentarsi sul calendario stilato dalla Lega, ma ora deve pensare alla difficile sostituzione dell'esterno algerino che sguarnisce una difesa diventata meno attenta (soprattutto sulle palle inattive, sei i gol di testa subiti sui 17 totali) con nove reti incassate nelle ultime 4 gare.
Domenica a Verona contro il Chievo toccherà ancora a Hysaj spostato a sinistra e Maggio titolare a destra, dopo la sosta arriverà il momento del portoghese Mario Rui - appena tre minuti giocati in stagione sui titoli di coda di Napoli-Cagliari e solo 739' in quella scorsa alla Roma - «Se torna quello di due anni fa, è lui la prima scelta», così Sarri che lo aveva a Empoli.
Nessun ritorno immediato sul mercato a caccia di svincolati, a gennaio - quando dovrebbe avvenire lo scambio con il Chievo, Inglese-Milik - si vedrà: sulla lista del ds Giuntoli c'è sempre il nome di Grimaldo del Benfica.