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In ginocchio (per finta): ecco la verità sulla Nazionale

Da qui al 2 luglio c'è ancora tempo. Non tanto per cambiare idea, ma quanto per schiarirsi le idee

In ginocchio (per finta): ecco la verità sulla Nazionale

La solidarietà non è frutto di stagione da mangiare in base al commensale seduto al tuo fianco. O credi fermamente in una protesta oppure non ci credi. Tertium non datur. La sensibilità addotta da Chiellini come motivazione che porterebbe gli Azzurri a inginocchiarsi nel caso in cui l'altra squadra lo facesse è una semplice e anche indegna scusa. Uno specchietto per le allodole che rende aprioristicamente ridicolo il gesto. Un alibi precostituito per mettersi al riparo dalle critiche dei buonisti ma al contempo un alibi per smontare le accuse dei detrattori del politicamente corretto e della dittatura del pensiero unico. Un'operazione pareggio: accontentare tutti per non scontentare nessuno. O, se volete, scontentare tutti per non accontentare nessuno.

Siccome il Belgio si è sempre inginocchiato, per sensibilità e solidarietà ci inginocchiamo anche noi. Ecco, fossi un giocatore belga risponderei semplicemente: "Tenetevela pure questa solidarietà, non ci serve". È un po' come ritrovarsi in chiesa durante un funerale e fare le condoglianze allo sconosciuto che ha subìto la perdita. Ipocrita sensibilità dal momento che di quello sconosciuto e di quella perdita interessa meno di niente. Al contrario di quello che ha sostenuto Enrico Letta definendola una "scena pessima", quei 5 giocatori che si sono inginocchiati e quei 6 giocatori che non si sono inginocchiati contro il Galles sono l'immagine plastica della libertà. Di pensiero e dell'individuo. Che sovrasta obblighi morale e imposizioni forzate di gruppo. Un'immagine che però ha urtato alcune sensibilità, soprattutto quella del pensiero monolitico: avrebbero dovuto inginocchiarsi tutti e undici. Ma perché? In base a quale principio? C'è chi dice per dare un segnale, perché i simboli sono più forti di ogni parola. Va bene. Ma i simboli devono essere portati avanti, ostentati, sbandierati da chi ci crede veramente, da chi ne porta i segni sulla pelle, da chi ne fa una missione di vita. Non da chi probabilmente disconosce il significato della protesta Black Lives Matter. Non da chi è poco interessato alle battaglie sociali. Non da chi semplicemente non ci crede (perché è libertà anche quella). Non da chi non vuole fare una cosa per la sola ragione per cui la fanno gli altri. Non mi sembra così difficile da capire. Eppure adesso sembra proprio che dalla libertà con il Galles, passando per la fortunata transizione con l'Austria (che alla fine nonostante i proclami del capitano Alaba non si è inginocchiata), si arriverà all'autoimposizione con il Belgio. Gli Azzurri si inginocchieranno per solidarietà e sensibilità verso Lukaku e compagni. Solo per quello. E pur senza nutrire realmente questi sentimenti. Infatti, la squadra ha pure candidamente ammesso che "si inginocchierà per solidarietà con gli avversari e non per la campagna in sé, che non condividiamo". Contenti loro. Da qui al 2 luglio c'è ancora tempo.

Non tanto per cambiare idea, ma quanto per schiarirsi le idee.

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