L'Europa "allargata" del calcio

L'Europa del calcio non corrisponde all'Europa politica

L'Europa "allargata" del calcio
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Sono 27 gli stati membri dell'Unione Europea. Sono 55 le federazioni che fanno parte dell'Uefa, governo calcistico europeo. Domanda: perché Turchia e Israele che non rientrano, né geograficamente, né culturalmente nell'Europa, sono invece nei quadri dell'Uefa? E con loro Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Russia, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Serbia, Ucraina, Andorra, San Marino? Motivi politico elettorali, un voto in più potrebbe risultare determinante. Il calcio è di tutti, lo slogan è astuto per coinvolgere tifoserie che altrimenti resterebbero ai margini delle grandi competizioni continentali.

La premessa è una provocazione perché domenica sera potrebbe anche accadere che, per paradosso, a vincere il titolo europeo sia la nazionale che rappresenta un Paese che è uscito proprio dall'Europa. Il 23 giugno del 2016 il 51,89 degli elettori britannici scelse, per referendum, di lasciare l'Unione Europea contro il 48,11% che ritenne utile restare nella comunità. Il governo annunciò, nel marzo del 2017, il definitivo ritiro ma nulla è cambiato nella geografia calcistica, i club inglesi sono presenti in tutte le manifestazioni organizzate dall'Uefa, dal 2017 tre squadre, Liverpool, Chelsea e Manchester City hanno vinto la champions league, due, Manchester United e Chelsea, l'Europa league, infine il West Ham ha conquistato la Conference league. L'equivoco politico continua. Dunque non si esclude di assistere, domenica sera a Berlino, al momento in cui sua altezza reale, il principe William, consegnerà la coppa al capitano Harry Kane, un fotogramma assente dal 30 luglio del 66, allora fu Elisabetta II a stringere la mano a Bobby Moore, campione del mondo. L'Inghilterra faceva parte dell'Europa, aveva contribuito a salvarla dalla Germania nazista, dopo arrivò la Brexit, dopo è arrivato Charles III, infine è arrivato Gareth Southgate the New King. L'ultimo ostacolo è Felipe VI re di Spagna.

Gli inglesi si divertono a commentare, hanno vinto la semifinale dei protestanti, ora si preparano alla sfida contro i cattolici spagnoli e tra tutti i calciatori in campo soltanto uno porta il nome di Jesus. Andate, anzi, giocate in pace.

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