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Goggia flop: "Successe anche a Tomba..."

Sofia inforca: continua la maledizione nella discesa iridata. Giallo Innerhofer

Goggia flop: "Successe anche a Tomba..."

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Meribel. In un mondo al contrario ci vuole un campione per inforcare in una discesa. Sofia Goggia sa di aver buttato l'occasione di prendersi il primo oro iridato per sé e per l'era moderna della valanga rosa, dopo Paola Wisinger nel 1932. E invece una Roc De Fer scaldata dal sole, con la consistenza di una pasta di mandorle, ha rallentato molte e tradito lei più di altre. Dispiaciuta, anzi Dsq, che sta per un disqualified, la sigla che nessun atleta vorrebbe mai leggere. Al parterre resta in maniche corte, i capelli arruffati, la mano sul volto. Poi elabora: «Ok, sono stata la Goggia peggiore della stagione e devo capire che cosa sia successo, a me, agli sci, perché spigolare così». Prima un atterraggio precario, poi un'incertezza col ginocchio sinistro che si apre innaturale, quindi l'ingresso del muro finale: laggiù c'è una porta rossa e Sofia la centra. Al traguardo, con 47/100, sarebbe pure stato un onorevole quinto tempo, ma il regolamento parla chiaro. Sofia in classifica non può esserci. «Ero serena, non ho fatto goggiate né preso rischi: è stato tutto strano». Poi uno sguardo a giorni neri di altri big: «È un po' come Tomba a Morioka 1993: non parte in gigante, inforca in slalom, però poi vincerà ancora molto, dai».

Si, Sofia: oggi brucia, da domani sarà un'altra cicatrice: «Non credo che una gara storta, pur partendo da favorita, cancelli quello che so fare. Ora occhi sulla quarta coppa di specialità». Chapeu alla vincitrice, la svizzera che ti aspetti meno: Jasmine Flury, una vittoria in superG nel 2017, beffa tutte, ma non è una carneade. «Mi sono studiata i video delle sue prove», ammette Goggia. A 4/100 sorride Nina Ortlieb, a 12/100 torna a ruggire l'altra elvetica, Corinne Suter. Migliore azzurra Elena Curtoni 13sima, tutte ancora scosse, dopo un minuto di silenzio per Elena Fanchini. Coach Luca Agazzi spiega i compiti a casa: «Tornare al gigante era già l'obiettivo 2023, disposti anche a fare un passo indietro in velocità, ma la mano rotta e le varie cadute ce l'hanno impedito: in ottica 2026 servono longevità e continuità». Oggi, intanto discesa uomini (Rai 2 ed Eurosport alle 11).

Al via Paris, Casse, Schieder e Marsaglia, preferito ad Innerhofer, escluso, nonostante due buone prove e furioso: «Il bello dello sport è il cronometro, non le decisioni tecniche».

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