Un inesorabile sprezzo del ridicolo vuol far passare l'ingaggio di Isla come uno dei punti fondamentali della restaurazione interista di Mazzarri. É difficile pensare che un esodato della Juve possa diventare il punto di partenza della resurrezione nerazzurra nella stagione che dovrà portarla allo scudetto o almeno nella zona Champions. Ma è vero, anche, che da uno scarto di Inter e Milan (Pirlo) è partita la cavalcata scudetto juventina. Ecco, mai dire mai. Ma tra un Pirlo e un Isla c'è un mondo.
Tutto questo hanno fatto pensare le prime amichevoli di Juve e Inter. Poco importano risultati e prove dei giocatori, meglio affidarsi solo agli indizi: anche nelle simpatie della buona sorte. Tevez segna un gol e, con Llorente, ravviva la fantasia del tifo juventino: quasi si ripensasse ad un Sivori-Charles. I rigori sbagliati da Belfodil e le difficoltà di Icardi avranno spinto gli interisti ad una serie di gesti scaramantici: da quel duo dipende buona parte della stagione. All'Inter servono gol sicuri, non può aggrapparsi al solito Palacio o a miracolistiche resurrezioni del coraggioso Milito. Mazzarri per ora è pronto a scusare tutto. «Si vede che quando i muscoli sono intossicati.... Il tempo è tiranno e nelle amichevoli non credo si possa vedere quello che mi aspetto. La crescita dei giovani è in rapporto alla crescita vera, a quanto li fai giocare, a quanto la squadra vuole arrivare nei primi posti».
É il senso della differenza tra una squadra collaudata come la Juve, che ha già fatto acquisti determinanti, ed un'altra tutta da collaudare che attende qualche altra novità. Se ne possono tirare alcuni punti. La Juve avrà il problema di gestire le punte. Conte ha escluso di vedere un tridente con Tevez, Llorente e Vucinic. Ne segue che il turnover sarà scientifico, che Vucinic dovrà correre per sconfiggere la concorrenza, che Matri e (o) Quagliarella dovranno andarsene e Giovinco sarà un costoso comprimario. E se la Juve giocherà a tre in difesa ci sarà uno di troppo: scontato che Barzagli e Ogbonna siano titolari fissi. In realtà la Juve non ha neppure un buon cursore di sinistra: dunque, o arriva Zuniga o Chiellini ballerà.
La Juve ha ritrovato subito la bella vena di Vidal così come l'Inter ha capito che quest'anno Guarin sarà ancora più indispensabile. Il centrocampo della Juve avrà problemi di convivenza, ma dovrà cercare di non far stremare Pirlo. Quello interista avrà invece problemi, se non verrà pescato un vero leader: Cambiasso rischia una stagione da titolare. Nainggolan, Wellington, magari Nocerino o Florenzi sono puntelli non soluzioni. Isla potrebbe perfino ritagliarsi un posto da centrocampista: forse più congeniale anche alle sue qualità. Nagatomo è partito forte nel gioco di fascia, ma l'esperienza insegna che non basta per un campionato di vertice. L'Inter ha la certezza di una difesa a tre e due mezzali che potrebbero metterle le ali (Guarin e Kovacic). Però senza un grande regista perde il confronto con la Juve e le altre. Rivedere Alvarez con il feeling del gol è un segnale: l'argentino, nel finale di campionato, ha dimostrato di averne più di altri che hanno miglior stampa.
Mazzarri ha detto di avere avuto i brividi per le telefonate di Moratti, ma nemmeno la sua autostima potrà sposare la rosea sponsorizzazione che lo individua unico goleador del futuro interista: senza un Cavani non vai da nessuna parte. La Juve si è presa Tevez, che conosce l'arte dello slalom: «Pensiamo a conquistare il terzo scudetto, evitiamo la pressione per vincere la Champions: al City ci ha giocato contro e siamo usciti sempre presto».
Mazzarri dovrà rifinire Icardi e svezzare Belfodil, magari migliorandolo sui rigori. Ieri si è consolato guardando al passato: «Ho reso il Napoli una squadra più ricca». Ma l'Inter, che ha un passato, ha fretta di correre nel futuro e avvicinarsi alla Juve più di quanto abbia fatto il Napoli.
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