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Gol, gioco e tabù finiti. Una Lazio all'altezza del triangolo scudetto

La squadra di Inzaghi vola e anche gli episodi come il maxi recupero di Cagliari sono "indizi"

Gol, gioco e tabù finiti. Una Lazio all'altezza del triangolo scudetto

Se fosse un giallo sarebbe perfino scritto male. Il finale, infatti, appare fin troppo scontato. Sono troppi gli indizi, troppi i segnali che sembrano svelare quello che in realtà dovrebbe essere una conclusione sorprendente. A giudicare lo svolgimento delle prime sedici giornate della Serie A, tutto sembra indicare che, a fine stagione, sarà la Lazio a far festa. La squadra di Inzaghi è a soli tre punti da Juventus e Inter che condividono il primato ma, a differenza delle due antagoniste, i biancocelesti sono al massimo della forma e giocano un calcio estremamente offensivo e intrigante. La Lazio, al momento, è talmente bella da vedere che sembra aver sedotto perfino la dea bendata. Sono tante le partite nelle quali i romani hanno avuto quel briciolo di fortuna che, volta dopo volta, sembra indicare che è la loro stagione: contro Fiorentina, Milan, Sassuolo e Cagliari la Lazio ha vinto tutte e quattro le ultime trasferte disputate segnando il gol decisivo negli ultimi sette minuti di gioco. Lunedì, a Cagliari, sono stati dati ben sette minuti di recupero (poi diventati otto per ulteriori perdite di tempo) che hanno consentito ai biancocelesti di ribaltare la partita segnando due gol oltre il 90' per la prima volta dal 1997-98. Nessuno, in tutta Europa, ha subito così pochi gol come la Lazio nei secondi tempi (appena tre), nessuno, in Italia, ha conquistato tanti rigori (ben 10). Ma non basta: dopo esattamente 30 anni i biancocelesti hanno battuto il Milan a San Siro in una gara di campionato. Inoltre sono riusciti a vincere in casa contro la Juventus per la prima volta dopo 16 anni. Anche le statistiche individuali sono significative: Joaquin Correa, per esempio, ha già segnato 6 gol in campionato, battendo, a metà stagione, il proprio record personale di 5. Felipe Caicedo, invece, è improvvisamente diventato il secondo miglior subentrante d'Europa: sono già quattro i gol segnati entrando a gara in corsa. Solo Rodriguez del Getafe, che di reti ne ha realizzate sei, ha fatto meglio alzandosi dalla panchina. Con 27 gol totali, inoltre, Immobile, Correa e Caicedo rappresentano il secondo miglior tridente dopo Lewandowski, Coutinho e Gnabry che con il Bayern Monaco sono arrivati a quota 28. Numeri che evidenziano la magia del momento vissuto dalla Lazio. Paradossalmente perfino l'eliminazione europea fa comodo, con Inter, Juve, Roma e Atalanta (oltre al Napoli, distante però 15 punti) ancora impegnate e impossibilitate a investire tutte le energie nel solo campionato. La Lazio però resta cauta: Serve grande umiltà ha detto il direttore sportivo Tare . Le aspettative sono cambiate e ci sono discorsi che secondo me sono fuori luogo. Questo gruppo ha talento e forza, dobbiamo andare passo dopo passo e tenere i piedi per terra. Il nostro obiettivo resta la Champions League. Quello sullo scudetto è un discorso prematuro e che chi vuole bene a questa squadra deve restare cauto. Ma a leggere la trama di questo campionato il finale sembra scontato.

Indizi e segnali dicono Lazio.

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