Una Dea mai doma esce meritatamente con un pareggio dal Parc Olympique di Lione. La Dea bellissima e letale che si era vista nella gara d'esordio contro l'Everton, Rooney e compagni furono spazzati via per 3-0, questa volta deve accontentarsi - chi l'avrebbe mai detto qualche anno fa - di un pareggio contro un Lione tutt'altro che tonico e brillante, di certo più abituato a giocare in certi palcoscenici e che aveva sempre vinto gli ultimi quattro incontri casalinghi.
È persino mancato un po' di coraggio alla squadra di Gasperini, che ha subito il gol di Traoré proprio allo scadere della prima frazione, una rete che sembrava aver demoralizzato Gomez e compagni. Macché. Nella ripresa è stato lo stesso Papu, con una magica punizione, a regalare il pareggio ai bergamaschi. Un pareggio che vale oro in ottica primo posto del girone.
È mancata anche un po' di cattiveria all'Atalanta contro un Lione che ha stravolto la rosa in estate e che in campionato - la squadra di Genesio è settimana in Ligue 1 subito alle spalle del Nantes di Ranieri - ha mostrato diverse lacune. Eppure in Europa riesce a trasformarsi: un anno fa segnò addirittura quattro reti alla Roma nell'andata ottavi di finale. Stavolta no.
Continua la Dea ad incantare e ammaliare tutta l'Europa con il suo pressing asfissiante, va sotto nel punteggio solo perché Hateboer sciupa un'occasione d'oro a pochi passi dallo specchio della porta. Qualche minuto dopo arriverà la rete di Traoré, il più lesto a catturare la sfera e ad insaccare dopo la corta respinta di Berisha. Poi, però, alla lunga esce l'Atalanta che strappa il pari col tiro velenoso di Gomez che passa in mezzo alla barriera e beffa un'incolpevole Lopes.
Eppure i francesi quasi snobbavano questa Atalanta così bella e così letale. Il più arrogante era stato il capitano Fekir, che sul Papu, alla vigilia, aveva dichiarato in modo tronfio: «Gomez chi?». Ecco diciamo che l'argentino, mostrando al pubblico locale la propria maglia numero dieci, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
E poi che dire di Gasperini, che nel secondo tempo cambia l'assetto tattico dell'Atalanta lasciando negli spogliatoi un opaco Cristante.
È la chiave di volta perché il primo quarto d'ora è tutto di marca atalantina ed è lì che il Papu, dopo un fallo subito al limite dell'area da uno straordinario Caldara, segna la punizione-gol. Ora però domenica a Bergamo arriva la Juve. C'è da fermare un certo Higuain, risvegliatosi dal suo digiuno di gol.
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