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Guai per Boris Becker: l'ex tennista condannato per bancarotta fraudolenta va in carcere

Il giudice della corte di Southwark ha emesso la sentenza. L'ex campione dovrà scontare due anni e mezzo di reclusione dopo il fallimento dichiarato nel 2017

Guai per Boris Becker: l'ex tennista condannato per bancarotta fraudolenta va in carcere

L'ex campione di tennis Boris Becker è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per bancarotta fraudolenta. L'8 aprile il 54enne era stato giudicato colpevole dalla Southwark Crown Court di quattro dei 24 reati a lui contestati nel processo per fallimento dichiarato nel 2017, tra cui l'occultamento di 2,5 milioni di sterline di beni per evitare il pagamento dei propri debiti.

Oggi il tribunale londinese ha condannato il tedesco a due anni e mezzo di prigione di cui la metà presso la Southwark Crown Court, mentre il restante periodo di detenzione sarà in regime di semilibertà. Il campione tedesco non era ancora maggiorenne, 17 anni e 228 giorni per la cronaca, quando nel 1985 divenne il più giovane vincitore del torneo di Wimbledon. Quasi quaranta anni dopo la sua favola è diventata un incubo economico.

Dopo aver vinto tre volte sull’erba di Church Road, Becker a Londra ci si è trasferito a vivere da anni, dove si è reinventato commentatore sportivo per la Bbc. Ma assalito dai debiti ha dissipato un patrimonio accumulato in 16 anni di carriera ai vertici del tennis mondiale.

Il caso

Cinque anni fa, l'impero di Bum Bum finisce in bancarotta: la Bbpol, la Boris Becker Private Office, il family office di proprietà del campione, per un prestito non pagato di oltre 3 milioni di sterline: la Arbuthnot Latham, una delle più esclusive private bank di Londra fondata nel 1833, gli aveva fatto un finanziamento per la sua villa di Maiorca, in Spagna.

I giudici hanno però scoperto una sequela infinita di beni nascosti. Tra i casi più clamorosi, la scomparsa di 950mila sterline incassate dalla vendita di una concessionaria di auto Mercedes che possiede in Germania. Becker ha anche cercato di nascondere la proprietà della villa Im Schilling nella sua città natale Leimen, in Germania; e pure la proprietà di 75mila azioni della Breaking Data Corp, società canadese di intelligenza artificiale per le scommesse sportive.

È venuto fuori che dopo il fallimento, Becker ha versato ingenti somme alle sue ex mogli Barbara e Lilly: un fiume di liquidità che ha destato dei sospetti. Un modo per occultare i suoi averi. Allo stesso tempo, però, faceva shopping di lusso ai grandi magazzini Harrods e si regalava di continuo abiti firmati Ralph Lauren: il tutto veniva pagato con la liquidità del suo family office. I giudici lo accusano di aver usato la Bbol come il suo salvadanaio personale, dilapidando il patrimonio che invece sarebbe dovuto andare a soddisfare i creditori.

Per ripagare la sua vita di dissipatezze, Bum Bum ha perfino evitato di impegnare i suoi trofei, inclusi gli storici piatti di Wimbledon. I preziosi bottini sarebbero scomparsi: Becker non li trova più. Difficile credere, però, che non sappia più dove siano finite le sue coppe. Per gli inquirenti li avrebbe nascosti per non farseli sequestrare, infrangendo le leggi sull'insolvenza del Regno Unito.

Per sua fortuna almeno questa accusa è caduta. I trofei vinti nelle prove del Grande Slam (6 in totale) insieme a tutti gli altri resteranno al tedesco e nella memoria di tutti gli appassionati che hanno amato il suo tennis meraviglioso.

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