La tempesta dopo la quiete. Il no di Donnarumma al rinnovo del Milan e al suo ricco contratto che ora viene ufficiosamente confermato (50 milioni lordi in 5 anni che vuol dire più di 5 milioni netti l'anno per il portiere) è solo l'inizio di una cruenta battaglia. Che ha provocato un successo inatteso per la società cinese appena arrivata al comando del club e per la sua strategia. Tifosi, organizzati e non, hanno approvato l'operato di Fassone e Mirabelli e caldeggiato la soluzione più drastica: un anno in tribuna per fargli scontare il rifiuto con la perdita secca del mondiale. «Il Milan non ha cambiato posizione», hanno riferito ieri in via Aldo Rossi e questo significa che, nello specifico, poiché è stato il presidente Yonghong Li a dettare la linea, nessuno, nemmeno l'ad o il ds, possono modificarla con una iniziativa unilaterale. Deve arrivare da Pechino il via libera a un'eventuale cessione prima della scadenza naturale del contratto datato 30 giugno 2018.
Dietro la linea della fermezza milanista, c'è una sola via d'uscita per Raiola, Donnarumma e la sua famiglia che ha svolto un ruolo decisivo nell'assecondare la scelta di dire addio al Milan. E questa via porta inevitabilmente a Madrid. Qui Raiola, intendiamo col Real, non ha mai lavorato avendo fama d'essere molto goloso di provvigioni. Il presidente Florentino Perez, messo sull'avviso, da qualche tempo ha svolto una serie di sondaggi telefonici, qualcuno persino con un cronista italiano suo vecchio amico, per conoscere le qualità attribuite al giovanotto stabiese e la sua capacità di superare l'esame del Bernabeu. Madrid è l'unica alternativa valida alla tribuna, dunque: gli altri trasferimenti, specie quelli ipotizzati italiani, vengono considerati dallo stesso agente impraticabili e improponibili. La terza via un anno in panchina - è francamente un rischio anche per la fragilità psicologica del diciottenne. Ieri sui social si sono viste addirittura maglie col numero 99 bruciate da tifosi inviperiti. San Siro milanista è pronto a fischiarlo: sarebbe una tortura insopportabile per Gigio che già alla partenza con l'Under 21 per Cracovia ha mostrato qualche segnale di nervosismo dinanzi alle domande di un giornalista.
Non solo. Il preavviso da parte di Raiola (perciò si è portato dietro l'avvocato Rigo) di avviare azioni contro il Milan colpevole di non aver difeso Donnarumma dalla contestazione dei tifosi ed un eventuale ricorso per mobbing nel caso il suo assistito dovesse trascorrere la stagione in tribuna, è il classico fuoco di sbarramento. A cui il Milan ha reagito segnalando al proprio studio legale l'account del cognato di Gigio contenente una espressione sgradevole sul Milan poi rimosso e a cui ha iscritto un like il fratello Antonio (che poi ha postato: «Gigi ha dato l'anima per il Milan, c'è gente che insulta la nostra famiglia senza sapere nulla...»). Per farla breve: finirà alle carte bollate questa guerra intestina con il coinvolgimento anche di qualche altro assistito di Raiola (Abate, Bonaventura e Rodrigo Ely). In questo duello rusticano i sodali di Donnarumma non si sono schierati pubblicamente. Montella, il tecnico, ha alzato subito il telefono per interpellare Neto, il portiere vice di Buffon alla Juve già allenato a Firenze, per chiedergli un consenso al trasferimento.
Ma Mirabelli, il ds che si è tenuto lontano da Raiola per evitare altri incidenti diplomatici, è vicinissimo a Perin le cui condizioni fisiche dopo il secondo intervento al ginocchio, non
sono però valutabili al momento e non consentirebbero l'utilizzo da metà luglio per i playoff di Europa league (lasciando spazio a Storari). L'offertta del Milan prevede 7 milioni subito e 8 legati alle presenze stagionali.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.