Il derby della Mole dei milionari lo mette in cassaforte la Juventus. Brilla infatti il Pipita che spegne il canto del Gallo e quello del Torino. Torna la Signora omicidi che, accolta dal popolo granata all'urlo "uccideteli" fin dall'arrivo del pullman allo stadio, giustizia il Toro a 7 minuti dalla fine. Vittoria in rimonta dei bianconeri con Andrea Belotti che spacca la partita dopo un quarto d'ora e Gonzalo Higuain che risponde con una doppietta da urlo. Pesa di più in un derby emozionante la clausola da cento milioni dell'argentino rispetto a quella del bomber azzurro che comunque si conferma un crac per la sua straordinaria presenza scenica. Certo poi è comunque il derby di Higuain puntuale nello scacciare i fantasmi pareggiando il conto e poi implacabile con una prodezza a ribadire il dominio bianconero in campionato. Due gol che valgono l'investimento da 94 milioni insieme a quelli altrettanto pesanti a Fiorentina e Napoli. Higuain si è fatto un doppio regalo (6 gol in 7 sfide ai granata) con un giorno di ritardo per il ventinovesimo compleanno e manda un messaggio alla Roma prossima rivale: «Si preoccupi di battere il Milan».
Non segnava da un mese e mezzo, al Napoli, si è rifatto con gli interessi decidendo un derby diverso perché il Toro aveva più qualità che carattere rispetto al passato, mentre la Juve è stata tosta come le aveva chiesto Allegri. Più bella quando è entrato Dybala che ha rimesso Higuain al suo posto, cioè in area, e ridato imprevedibilità alla manovra. Non che i bianconeri fino a quel punto fossero stati brutti: Sturaro in mediana la cura, anche se i granata in mezzo hanno spesso avuto la meglio, pur soffrendo con Castan in difesa. Dall'altra parte Belotti ha dato l'esempio ma Ljajic e soprattutto Iago Falque non l'hanno seguito. Eppure la partita aveva preso la piega giusta: in vantaggio dopo aver rischiato almeno due volte di andare sotto con un Mandzukic scatenato. Ma a quel punto il Toro non ha mostrato le corna e la Juve si è rimessa in carreggiata. Cuadrado in difesa entrava nel 4-4-2 e in attacco si alzava nel 4-3-3 obbligando i granata a spingere solo a destra. Stesso copione nella ripresa, partenza Juve con Khedira che sbaglia di testa solo davanti a un Hart straordinario e ritorno Toro che nel momento in cui ha pensato di poterla vincere, schierando quattro punte, l'ha persa (primo ko in casa). Non c'entrano i 3 cambi in contemporanea di Mihajlovic, stile De Boer in Pescara-Inter, perché Higuain segna trenta secondi dopo. Piuttosto il treno dell'impresa era già passato tre volte: il tiro di Benassi murato da Mandzukic, il destro di Ljajic e l'errore di Baselli in un tre contro due.
E graziare tre volte la Juventus è imperdonabile. Perché Chiellini può sempre indovinare una palla con i piedi e poi Higuain ti castiga soprattutto se si ritrova uno contro uno con baby Barreca. D'altra parte il Toro non poteva metterla sul fisico «abbiamo 7-8 centimetri e 20 chili in meno su ogni duello», dice Mihajlovic che però ha l'orgoglio granata di dire «non ho visto la differenza con loro costruiti per vincere tutto». L'ha fatta la panchina della Juve, la differenza, quando si sono alzati Dybala e Pjanic, che ha calato il tris. Dopo il derby vinto «soffrendo, ma senza perdere mai la testa», oggi sarà un lunedì di speranze per Allegri. Si parte a mezzogiorno col sorteggio Champions: «Spero solo che la nostra pallina esca per prima, altrimenti incastri quasi obbligati...
Comunque a marzo saremo pronti per qualsiasi avversario»; alla sera c'è Roma-Milan, sfida da fuori i secondi tra le prossime rivali dei bianconeri: «Spero in un pareggio». Poi i giallorossi sfideranno la Juve in campionato, mentre i rossoneri in supercoppa italiana. Il derby ha restituito la Signora Omicidi che ora può già regolare i conti a Natale.
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