Bomber chi? Nelle scelte di Antonio Conte, non c'è traccia di un cannoniere di razza. Al netto delle insinuazioni sulla chiamata «sponsorizzata» di Mario Balotelli, la verità è che non ci sono Gigi Riva o Paolo Rossi in circolazione. Insomma scegli chi scegli, l'impressione è che uno valga l'altro. La sintesi è un attacco, quello riunito a Coverciano, che segna con il contagocce. Contando El Shaarawy e Cerci «nascosti» tra i centrocampisti, sono sette uomini per dieci reti realizzate negli ultimi trenta giorni, cioè dall'ultima partita della Nazionale, il sofferto 1-0 di Malta del 13 ottobre. Il ct a questo giro ha guardato all'estero più che all'Italia perché il campionato per ora regala solo bomber stranieri o stagionati: Di Natale con i suoi 37 anni è il primo realizzatore autoctono, dietro di lui resistono il coetaneo Toni, a segno a San Siro dopo anni di digiuno, e Cassano con le sue 32 primavere, comunque a quota cinque reti nel disastrato Parma. E domenica è tornato pure Pellissier (35) con una doppietta. C'è poi chi come Pazzini è ineleggibile perché ultimo nelle gerarchie del suo allenatore, nonostante tutto. Così con un bottino di gol apprezzabile e azzurrabili anagraficamente ci sarebbero solamente il trentenne Matri, Osvaldo appena rientrato da un infortunio, Gabbiadini e Destro.
Il giallorosso è il grande escluso dopo che Conte lo aveva sempre chiamato. A questo punto sono solo tre quelli che ci sono sempre finora là davanti nell'era contiana: Immobile, Zaza e Giovinco. Del bianconero basta dire che non ha ancora segnato in questa stagione, mentre la punta del Borussia Dortmund vive di alti e bassi, fa meglio in Champions che in Bundesliga dove non segna dal 18 ottobre. Data fatidica anche per Zaza, quella del gol alla Juve, poi un infortunio lo ha tenuto fermo. E da quel sabato di inizio autunno non esulta neppure Pellè, il miglior bomber stagionale a disposizione di Conte. Una doppietta nell'8-0 al Sunderland, poi più niente se si escludono gli altri due gol in Coppa di Lega. Come a dire che l'effetto azzurro si esaurisce in una partita. Comunque il gol a Malta, primo in nazionale, e il posto fisso nel club, secondo in Premier, valgono la conferma azzurra di Pellè.
Ritrova la Nazionale il quinto e ultimo attaccante, da lista federale, Mario Balotelli. Nel suo momento più difficile dal ritorno in Inghilterra l'estate scorsa. Due gol segnati finora, ancora a secco in Premier. Il Liverpool ha già esaurito la voglia di aspettarlo, l'Italia, quella che lo ha scaricato al Mondiale, gli getta un salvagente. Tornerà in quella che è stata la sua Milano, nerazzurra e rossonera, dove pochi lo rimpiangono ma tanti lo hanno usato come capro espiatorio, a volte ingiustamente. Su facebook, Mario si è limitato a un «felice di essere di nuovo in Nazionale e orgoglioso di rappresentare il mio Paese». In questi giorni più che convincere Conte a farlo giocare a San Siro contro la Croazia, dovrà dimostrargli di poter stare nel gruppo, di essere utile alla causa.
Una convocazione mirata quella di Mario, in attesa dei gol. Discorso simile per Cerci (alla prima chiamata) finito ai margini nell'Atletico Madrid di Simeone. Si aspettano altri segnali anche da El Shaarawy: si è sbloccato con la Sampdoria dopo oltre seicento giorni di digiuno in campionato. Il Ct l'aveva appena punzecchiato, gli ha ridato subito l'Italia, ora deve mettersi alle spalle fantasmi e delusioni. Nel 3-5-2 il rossonero e il colchonero potrebbero recitare un ruolo da protagonisti come attaccanti esterni.
Un altro candidato era Lorenzo Insigne, ma qui ci ha messo lo zampino la sfortuna: ieri è stato operato per la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro. Avrebbe dato fantasia più che il gol, uno sconosciuto di questi tempi per l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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