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I consigli a Spalletti ma il modulo Inter ora non è replicabile

Per il 3-5-2 mancano un Calhanoglu e un Lautaro. Capello: «Forze fresche»

I consigli a Spalletti ma il modulo Inter ora non è replicabile
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E venne il giorno dei consigli per la qualificazione da passare al ct Luciano Spalletti. È un altro classico del calcio italiano appena la Nazionale finisce in un angolo buio del torneo a cui partecipa, in questo caso l'Europeo 2024. Per fortuna il tecnico toscano che tutti hanno lodato per lo storico scudetto conquistato con il Napoli un anno fa, non un secolo fa, ha il temperamento - diciamo pure la capa tosta- e anche la corazza psicologica per resistere alle pressioni e alla valanga di suggerimenti.

Una frase su tutte, espressa prima del naufragio con la Spagna, ha spiegato bene il suo orientamento. Ha spiegato Luciano senza spocchia: «Questo è il calcio che so fare io». Avrebbe dovuto aggiungere: «Per provare a replicare questo calcio in azzurro mi avete preso al club Italia». Di qui l'orientamento a non violentare la propria idea di fondo per soddisfare l'ego di taluni critici e di proseguire attingendo alle proprie convinzioni, certo correggendo con ritocchi appropriati lo schieramento scelto per la terza e decisiva sfida contro la Croazia, rivale che - non dimentichiamolo - si avvale del talento di alcuni esponenti datati come Modric e Brozovic, quest'ultimo da qualche mese finito in un campionato per niente allenante come quello arabo. Più sensato il suggerimento firmato Fabio Capello («giochi chi sta meglio»). Perché questo è il punto di partenza: per la terza sfida le forze fresche possono offrire un contributo ma senza snaturare né disegno tattico e nemmeno l'idea di fondo portata da Spalletti.

Tra i tanti suggerimenti registrati nelle ultime ore c'è anche quello di passare a un sistema di gioco (3-5-2) collaudato in Italia ed esaltato dall'Inter di Simone Inzaghi approfittando della possibilità di arruolare Darmian come braccetto difensivo destro, riportare Bastoni a sinistra nel suo ruolo naturale e affidare il compito di regista difensivo a Buongiorno che di fatto ha giocato appena un paio di amichevoli in assenza di Acerbi per il quale sicuramente Spalletti avrebbe puntato sul cambio di schieramento. L' obiezione di fondo è molto semplice e spontanea: scusate ma dove lo prende il ct uno come Calhanoglu? E ancora, a chi dovrebbe rivolgersi Spalletti per schierare un Lautaro Martinez al centro dell'attacco a due punte con la complicazione di costringere Chiesa ad accentrarsi, più o meno come nello schema allegriano tanto criticato dell'ultima Juve?

Allora, invece che soffermarsi sul dito che indica la luna, è molto meglio interrogarsi sulle riserve a disposizione della nostra luna, cioè della rosa dei 26 azzurri partiti per la Germania e per i quali tra l'altro, a parte qualche infortunato (Zaniolo), non sono rimasti a casa talenti del valore di un Totti, di un Pirlo, di un Nesta, per fare solo qualche citazione degli ultimi fuoriclasse vantati dal nostro movimento.

Da allora in poi siamo rimasti a secco con qualche eccezione per Gigio Donnarumma che pure in Francia non viene risparmiato da feroci censure, anzi il suo Psg ha appena fatto sapere che non gli sarà confermato il ruolo di titolarissimo intoccabile.

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