
Chissà se avrà successo il Ringhio del nuovo commissario tecnico della Nazionale verso la sempre più imperante esterofilia dei nostri club, che preferiscono puntare sulle vecchie glorie straniere a scapito dei talenti nostrani. Per Rino Gattuso, infatti, non sarà facile reperire in Serie A nuove risorse da inserire in azzurro per arrivare al Mondiale 2026. A maggior ragione se i volti emergenti del nostro campionato iniziano a migrare altrove. Dopo Donnarumma e Calafiori adesso a scappare dal nostro campionato è Diego Coppola. Il centrale del Verona, infatti, ha firmato ieri per il Brighton, che se l'è accaparrato per 12 milioni (bonus inclusi) più il 10% sulla futura vendita in favore dell'Hellas. Tutto sommato un prezzo abbordabile, eppure nessuna delle big nostrane ci ha puntato e creduto davvero. Qualche sondaggio verso il difensore classe 2003, fresco di esordio in Nazionale, era arrivato da parte di Milan e Juventus, che però non hanno poi affondato il colpo. Un peccato. Chissà che poi le grandi di A non debbano pentirsene - come già capitato con casi analoghi - nei prossimi mesi.
A proposito di gioielli italiani a rischio di fuga dall'estero: nei prossimi giorni è attesa una maxi-offerta dall'Arabia Saudita per Moise Kean (nella foto contro Rudiger). Il goleador della Fiorentina rappresenta una delle poche note liete azzurre nell'ultimo anno solare. Il rischio però è di vederlo migrare lontano nelle prossime settimane. La clausola rescissoria da 52 milioni lo rende abbordabile per il mercato saudita ma anche per la Premier League (lo segue il Manchester United). Dall'Arabia sono pronti a mettere sul piatto uno stipendio di 5-6 volte superiore a quello attualmente percepito in Toscana (2,5 milioni all'anno).
Tradotto: difficilmente rivedremo a fine agosto Kean ancora in Serie A con la Viola. Al suo posto toccherà (in attesa di altri innesti) al trentanovenne Edin Dzeko, sul cui talento non si discute anche se sarebbe l'ennesima mossa senza futuro fatta dai club del nostro calcio, dove regnano gli Instant Team.
D'altronde - non è un caso - l'ultimo Scudetto se lo sono conteso quelle che erano le due formazioni più anziane del campionato, ovvero Inter (30 anni e 2 mesi di età media della rosa) e Napoli (29 anni e 8 mesi). È proprio il caso di dirlo: l'Italia non è un paese per giovani. Ecco perché per Gattuso la sfida azzurra si preannuncia davvero complicata.