I limiti della Juventus "esaltati" da Allegri

La soluzione a una rosa inadeguata non è il gioco conservativo di Max

I limiti della Juventus "esaltati" da Allegri

Di questo passo, l'Allegri-bis rischia di diventare un incubo. Perché questa Juventus è troppo brutta per essere vera: il problema è che un'altra Juve non pare possibile, almeno ad alto livello. Per svariati motivi: essendo però soltanto a fine novembre, i mesi che verranno non potranno scivolare via senza colpo ferire. Di bocconi amari il popolo bianconero dovrà presumibilmente trangugiarne ancora parecchi, sperando a fine stagione di avere comunque salvato qualcosa (il quarto posto in campionato, magari i quarti di Champions) e di avere posto le basi per un futuro che al momento è anche difficile da intravedere. «Non eravamo diventati la miglior squadra d'Europa dopo avere battuto la Lazio sabato, non siamo da buttare adesso», ha detto Allegri nel post Stamford Bridge. Con lo 0-4 sul groppone (non succedeva dal 2004, contro la Roma) e un'imbarcata europea inferiore soltanto a quella presa nel 1958, anno d'esordio in Coppa Campioni quando la squadra di Boniperti, Charles e Sivori fu travolta 7-0 in Austria dal Wiener Sportklub. Ecco: se tre fuoriclasse del genere ne avevano presi sette, figuriamoci se non possono averlo fatto Alex Sandro, Bentancur e Rabiot, di gran lunga i peggiori in campo martedì ma certo non i soli bocciati di una rosa che rimane strapagata ma che non rende nemmeno la metà di quello che dovrebbe.

Giocatori sopravvalutati, allora. E certamente poco complementari. Frutto di campagne acquisti strampalate e di operazioni folli, commerciali e non. Senza che si sia pensato con intelligenza a un ricambio generazionale che adesso rischia di compromettere non solo l'attuale stagione, ma anche le prossime. Per di più, c'è anche da domandarsi se il calcio di Allegri sia ancora il più adatto per emergere: la difesa bassa e l'attesa per poi ripartire sono un menu che in Italia può funzionare (a tratti), ma in Europa mostra evidenti limiti. Affidarsi alla corsa di Chiesa e alla speranza che nell'arco dei novanta minuti il Morata di turno concretizzi una delle poche occasioni che gli si presentano rischia di rivelarsi un'idea troppo sparagnina e spesso perdente. Per proporre gioco, cosa che questa Juve fa raramente, servirebbero però forse altri piedi, soprattutto a centrocampo dove la qualità certo non abbonda.

Dopo di che, è lecito aspettarsi qualche trama di gioco e un po' di coraggio in più, visto che anche in serie A abbondano le squadre che giocano meglio dei bianconeri. A cominciare dall'Atalanta, avversaria sabato pomeriggio in una gara a dir poco difficile.

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