Riecco Osvaldo e Vidal I gemelli diversi del gol

Dovevano andare lontano dall'Italia, sono tornati protagonisti insieme: l'argentino con la rete all'Atalanta, il cileno con la doppietta al Cesena

Riecco Osvaldo e Vidal I gemelli diversi del gol

Il campionato ritrova due eroi quasi per caso. Riportati in vita, ovviamente sportiva, dal turno infrasettimanale. In locandina le storie di Arturo Vidal e di Pablo Daniel Osvaldo. Il bianconero segna una doppietta al Cesena, il nerazzurro realizza una magia contro l'Atalanta. E fin qui niente di nuovo, o quasi, perché il loro feeling con il gol non lo si scopre certo ora. Vidal ha fatto 30 con la Juve, l'Inter con Osvaldo in campo ha segnato 18 delle venti reti stagionali. L'eccezionalità è ritrovarli protagonisti da queste parti perché il destino li avrebbe potuti portare definitivamente lontani dall'Italia nel 2014, anno tra i più complicati delle loro carriere. Vidal non segnava in campionato dal 2 febbraio, invece per Osvaldo l'ultimo gol significativo (e anche l'unico, esclusa la doppietta nella goleada al Sassuolo) era quello segnato con la maglia della Juve lo scorso 11 maggio all'Olimpico contro la Roma.

Due così diversi al netto dei tatuaggi, uno di eccentrico ha solo il taglio di capelli, l'altro tra bombette e occhiali tondi un look che fa tanto Johnny Depp. Uno esulta con il cuore, l'altro con una mitraglietta. La rovesciata è il marchio di fabbrica dell'interista. Rigori e “sassate” la specialità dello juventino. Ma anche così uguali e non solo per i tatuaggi, ma anche per il fatto che per pochi mesi sono stati compagni in bianconero, dopo che Osvaldo era arrivato a Torino in prestito dal Southampton: insieme hanno vinto lo scudetto; il terzo per il cileno, il primo in carriera per l'argentino. Se Vidal è stato almeno protagonista fino a gennaio, Osvaldo è stato poco più di un comprimario. Così il titolo è stata una straordinaria consolazione in un anno che sembrava stregato, entrambi impegnati a rincorrere il sogno mondiale. Sfumato per Osvaldo, escluso dai ventitré di Prandelli. Compromesso per Vidal che in Brasile con il Cile c'è andato ma con un ginocchio malandato.

Si sono ripresi la Serie A dopo un'estate in altalena durante la quale si sono ritrovati anche sulla giostra del mercato. Per l'azzurro, tutto normale, con dieci maglie cambiate in dieci anni. Per il cileno, una novità, con tre divise vestite finora: Colo-Colo, Bayer Leverkusen e appunto Juve. Ma quando si muove sposta montagne di soldi. Fu da record per il mercato cileno l'approdo in Bundesliga. E non da meno doveva essere quello dalla Juve al Manchester United. Il gioco delle cifre ha toccato i 50 milioni, però alla fine è rimasto a Torino. E se la quotazione di Vidal è sempre stata in salita, Osvaldo ha dovuto anche incassare la svalutazione nel 2014. Il prezzo del suo riscatto in pochi mesi è precipitato da 18 a 7 milioni. Ha fatto il giro d'Europa il suo nome, prima di tornare in Italia, all'Inter. Si è presentato agli interisti con la Juve nel cuore. Poche partite gli sono bastate per convincere Mazzarri: «Mi ha sorpreso, professionale e fa gruppo». Più o meno le stesse parole che disse Conte nei giorni bianconeri. E il Ct di Vidal diceva «me lo porterei anche in guerra». Allegri la pensa più o meno allo stesso modo «per me è fondamentale», come dimostra l'estrema cautela usata per recuperarlo dall'infortunio. Lo vuole al top per le battaglie chiave della stagione.

Comunque ora viaggiano alla media di un gol ogni cento minuti giocati in campionato, secondo più, secondo meno. Osvaldo diventa indispensabile con Palacio e Icardi non al meglio, Vidal è irrinunciabile per definizione. Il futuro prossimo, riserva due sfide speciali. Tra dieci giorni il nerazzurro tornerà a Firenze, dove ha segnato i primi gol in A.

Il bianconero aspetta la Roma allo Juventus Stadium, dove ha sempre segnato ai giallorossi. Prenotati i ruoli da protagonista per due con soprannomi tipo Simba dal Re Leone e King Arturo. Osvaldo e Vidal, due re per la serie A. Gente da cinema, altro che eroi per caso.

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