"Per noi il derby non è una lotta: è guerra etnica". Chi ha vissuto anche solo una volta la stracittadina romana sa che quel capo ultrà della Lazio ha ragione. I tifosi la vivono così, con le conseguenze negative e positive del caso. Inutile girarci intorno.
In queste ore un video (guarda il video) sta inondando i cellulari dei supporter della Lazio. Si tratta di un inno alla "battaglia" realizzato nei giorni scorsi a Formello durante l'allenamento in preparazione della partita di domenica. Il filmato ha fatto tanto rumore da spingere la Digos ad aprire le indagini del caso per capire se è necessario applicare il Daspo nei confronti di quei tifosi.
"Quello che state facendo in questo periodo vuol dire tanto - si sente dire il capo ultrà ai giocatori raccolti sotto gli spalti - Noi due cose vi chiediamo: il massimo impegno, e affrontare questa partita come se in campo ci fossimo noi". Immobile e compagni ascoltano in silenzio perché per un laziale questa è roba seria. Guai far trapelare di vivere il derby come "una partita come le altre". "Dovete dare mozzichi alle caviglie - dice l'ultrà - facendoli scappà dentro il campo, non correre. Quando un solo giocatore della Lazio viene toccato, vogliamo vedere undici leoni dentro al campo che se li mangiano".
Gli aquilotti stanno vivendo un buon momento. La Curva Nord sarà piena e la Roma è a un passo. Insomma: vincere o morire. "Noi vi vogliamo bene e sappiamo quello che state facendo - continua l'ultrà - ma voi dovete apprezzare quello che stiamo facendo noi e la passione che ci mettiamo".
Poi la chiosa finale: "Ultima cosa: ricordate che per noi non è una battaglia, è 'na guerra etnica".L'importante è sia solo metaforica. E che non si verifichino deprecabili scontri come in altre occasioni passate. Perché il derby va combattuto (solo) sul campo.
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