Ibra e Mou, ben ritrovati. Due vecchi bambini tra gol e corse sfrenate

Zlatan torna, segna e porta il Milan nei sogni Josè fa mille panchine e festeggia a modo suo

Ibra e Mou, ben ritrovati. Due vecchi bambini tra gol e corse sfrenate

Non si diventa Ibracadabra e Special Mou per caso. Poi, certo, Special Mou si ritaglia un posto da Special Run, non avendo il gol per amico. Ma sempre Special. Invece dici Ibra e basta la parola: il gol è servito. Li abbiamo ritrovati, soliti cavalieri di ventura. Certo, con una spruzzatina di vecchiaia in più, Ibra in rodaggio fisico dopo l'ennesima prova di forza con un malanno, l'altro con qualche acciacco all'orgoglio, ma quando c'è la classe... La classe non è solo il bello estetico, la classe è l'esplosività interna, la capacità di rigenerasi e rigenerare entusiasmo, saper riaccendere la corrente per un popolo spento o per una squadra che non deve appisolarsi.

Ibra e Mou non sono magici, talvolta non troppo simpatici, ma sanno trascinare, galvanizzare, non anestetizzare i sentimenti come capita con alcuni stregoni del calcio moderno. Anche loro fanno parte del calcio moderno, ma con quel pizzico di antico che ha trascinato perfino un vecchio cuore come Carlo Mazzone. Sul profilo Instagram il post è rimbombato come un urlo: «Mou, una corsa da romanista». E in alto i cuori. Non poteva essere che un personaggio come Mourinho festeggiasse le 1000 partite in modo banale. D'accordo, la corsetta fa parte del repertorio. È mancato un pizzico di inventiva. Ma lui è stato furbo a capovolgere la sensazione. Vecchietto? «È stata la corsa di un bambino». Il tempo dirà quanto vale la Roma, perché del suo allenatore v'è certezza: 5 partite 5 vittorie e in alto i cuori.

E tra le certezze di un protagonismo non banale rieccoci al vecchio pirata, stavolta con treccino da samurai. Detta con Mou: un altro bambino. Ginocchio a nuovo e record da inanellare. A Milano si è discusso sull'opportunità di pagare 7 milioni ad un 40enne che corre poco. Molto meno su quella di pagare 3-4 milioni a certuni leprotti senza sale e senza pepe. Eppoi il solito discorso: meglio pagare 7 milioni ad uno che fa gol e magari vincere, o affidarne 10 ad un portiere che al massimo non ti fa perdere? Ibra pronti via e la risposta è già arrivata. Milano ha ritrovato un incantatore, già da tempo l'uomo della Provvidenza. Se San Siro applaude un vecchio ragazzo quasi 40enne e quello, in 7 minuti, ringrazia con un gol, forse è meglio godersi lo spettacolo. Ibrahimovic ha segnato a scarpa slacciata, rischiando perfino un eventuale ridicolo ruzzolone, ma ci sono momenti nei quali ascolti l'istinto e capisci il calcio: non è da tutti. Comunque una scarica di corrente elettrica per San Siro e la squadra.

Ed ora la caccia ai record ma non solo: un gol in Champions segnerebbe il primato del più anziano marcatore tra Champions e coppa campioni, e ovviamente farebbe record anche per il Milan.

Il presidente Scaroni gli ha già indicato la via per il futuro: «Se vorrai restare con noi...». Una volta smesso l'apostolato in campo. Ma il presente è più acchiappante: Liverpool, Juve, un sogno da realizzare per sentirsi davvero quel Cristo del Corcovado che imita ad ogni gol segnato.

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