Icardi unica spina nell'Inter da scudetto

di Franco OrdineC he fosse un sabato da dimenticare, ma solo per lui, Maurito Icardi l'ha capito nella notte del Genoa, quando è tornato a casa, in pieno centro a Milano, zona Arena, e ha trovato ad accoglierlo un paio di rapinatori che si sono accontentati dell'orologio al polso, mostrato tra l'altro in bella evidenza in uno scatto destinato a Instagram. È questa in effetti l'unica pena dell'Inter rimasta in testa alla classifica anche dopo il viaggio bolognese del Napoli e perciò doppiamente soddisfatta dell'esito complessivo del turno. Mancini, che l'ha lasciato in panchina per la seconda volta, ha provato a disinnescare la mina sostenendo che «ha saltato solo due partite su 15» che non è esattamente la realtà e previsto invece per il futuro «i suoi gol saranno decisivi per rigiocare la Champions». Impeccabile la difesa d'ufficio. A leggere bene le carte, Icardi ha giocato 15 minuti della prima con l'Atalanta, saltato Carpi per infortunio, e poi, per scelta tecnica, si è accomodato in panchina nelle sfide contro Roma e Genoa, quindi 2 volte su 13. Ma non sono queste le cifre che hanno immalinconito il bomber dello scorso campionato (22 reti, mica bruscolini, in una stagione non proprio esaltante dei nerazzurri). Maurito ha sempre esposto dinanzi ai suoi critici altri numeri: per esempio è il quinto giocatore più utilizzato (947 minuti in totale) ma ha realizzato il maggior numero di gol, 4, a conferma probabilmente di quel famoso giudizio, reso dopo Bologna, quando gli scappò detto «mi sono arrivati 4 palloni e ho fatto 3 gol» che non piacque né al tecnico e ancor meno ai suoi sodali. Gioca poco ma non ha perso il vizietto. E allora il punto può essere un altro. E cioè che uno come Icardi può e deve ritornare al centro dell'attacco di una squadra che ha perfomances da scudetto in difesa, non altrettanto in attacco dove gli otto 1 a 0 fin qui raccolti hanno denunciato qualche stento, anche da parte della stella del mercato, Jovetic. L'esclusione di Icardi col Genoa è figlia della prestazione fornita nel primo tempo col Napoli e, secondo qualche vocina interna, anche del cicchetto pubblico fatto a Nagatomo, all'atto della sua espulsione. «Un capitano non può fare così davanti a tutti» il rimprovero.

Forse Icardi, capitano a 22 anni, deve ancora imparare il mestiere del capo-branco, di sicuro ha poco da imparare quando si ritrova in area. Deve impegnarsi a giocare di più con la squadra e per la squadra ma la differenza tra lui e l'eventuale sostituto (Palacio) è tale da non concedere chanches all'altro allievo un tempo prediletto di Gasperini.

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