La fame di rinverdire il nostro prestigioso passato in vasca diventa più forte di tre titoli olimpici consecutivi. Così il Settebello affonda i maestri ungheresi che non mancavano l'appuntamento con l'oro a cinque cerchi da Sydney 2000 e approda in semifinale dove troverà un altro avversario tosto, la Serbia, forse la squadra più in forma del torneo. I campioni del mondo contro quelli olimpici, già alla vigilia la sfida si presentava appassionante. C'era poi da vendicare la sconfitta di Eindhoven nella finale per il bronzo europeo.
Sotto gli occhi di Filippo Magnini e Federica Pellegrini, presenti in tribuna, la squadra di Campagna regala una prova splendida: dopo aver tenuto testa ai magiari per metà gara, l'Italia allunga nel terzo quarto e con il rigore di Giorgetti - nato a Budapest - arriva al +3. Le parate di Tempesti e i pali (3 consecutivi) sono la risposta ai tentativi di rimonta dell'Ungheria. Eppure la compagine di Kemeny (già allenatore a Como) non molla e si riporta sul -1 (8-9) a metà dell'ultimo quarto. L'Italia mantiene il sangue freddo e a 58 secondi dalla sirena torna a distanza di sicurezza grazie a un gran gol dalla distanza di Felugo (3 reti come Presciutti e Figlioli). «Sono pazzo di gioia, abbiamo battuto la squadra più forte degli ultimi 20 anni e forse di sempre, ci hanno dato per bolliti troppo presto», così il regista azzurro che si toglie qualche sassolino dalla scarpa rispondendo alle critiche fatte al gioco dopo l'avvio di torneo poco esaltante. «Questo scetticismo mi ha fatto incaz... - dice a chiare lettere -. Ci vuole rispetto prima di criticare, specie dopo che hai fatto due anni come i nostri».
«Abbiamo fatto una grandissima partita sotto tutti i punti di vista. Siamo in semifinale, ma la storia la fanno i vincenti e non ci accontentiamo», dice il ct del Settebello Campagna. Ora c'è il duro esame Serbia, ma l'Italia non vuole certo fermarsi qui.