Quelli della Mondial Promotion si sono subito preoccupati di tranquillizzare i dirigenti dello Shanghai e mettere a tacere le voci sul loro assistito: «Didier Drogba giocherà in Cina, nessun contatto con il Barcellona, lui è un giocatore dello Shanghai Shenhua». Del resto neppure Sandro Rosell avrebbe potuto garantire al trentaquattrenne un ingaggio da 13 milioni a stagione, al momento inferiore solo ai venti che incassa Samuel Eto’o dall’Anzhi Makhachkala. La stampa spagnola insiste ma proprio il presidente Rosell ha smentito decisamente nel timore di trovarsi un uomo del presidente Zhu Jun nascosto in una ciotola di riso pronto a far rispettare gli accordi. Al Chelsea Drogba aveva l’ingaggio più alto dopo Frank Lampard, quattro milioni a stagione più bonus e Roman Abramovic ha deciso di tagliarlo. Pierre Frelot, il suo procuratore, ha perso qualche anno di vita solo all’idea di veder sfumare l’affare del secolo, ha in scuderia una novantina di calciatori ma il compenso per questa commissione sistemerebbe per sempre diversi nuclei familiari. Frelot ha una percentuale sull’acquisto e un’altra sull’ingaggio, e qui a spartirsi la torta erano in due, lui e Drogba, nessuna società cedente, l’ivoriano era in scadenza.
Ormai è l’ingaggio a fare la differenza, non il costo del cartellino, tantomeno i colori. Adriano Galliani si aspettava il rilancio di Paulo Tonietto, era anche pronto ad accontentarlo, ma la bomba sganciata dal procuratore di Thiago Silva lo ha spiazzato: 7,5 milioni a stagione sono tantissima roba, quanto basta per ricominciare a ripensare il Milan. La richiesta di Tonietto è sicura, meno quella del Psg tornato alla carica. A Leonardo non conviene scoprirsi. Lo sceicco Al Thani si è già bruciato con Pato e Thiago e potrebbe abbassare la proposta iniziale. Tonietto fa il suo lavoro e ha chiesto a Galliani di pareggiare l’offerta parigina, ma un quinquennale a 7,5 a stagione è fuori range per via Turati. Il Milan ha un contratto con la firma del giocatore in mano, tutto torna dalle parti di Berlusconi.
È l’ingaggio che complica il trasferimento di Lucio al Fenerbahçe. Moratti si sta liberando dei giocatori pesanti ma il brasiliano, fresco di rinnovo a 3,5 a stagione, non ha nessuna intenzione di smenarci. I turchi offrono un biennale a 2,5 a stagione, lui chiede una buona uscita dall’Inter per compensare. É quanto accadrà con Douglas Maicon, dai 4,5 annui passerà ai 3,5 per due anni o 3 per tre anni offerti dal Madrid di Perez, identico discorso per Julio Cesar, anche se per ora non ci sono richieste ufficiali. Diego Forlan ha rimbalzato tutte le offerte perché nessun club gli garantisce un altro anno a 4 netti, al massimo gli hanno proposto un biennale a 2,5. Alberto Aquilani c’è rimasto male, il Liverpool gli ha inviato la cartolina e deve presentarsi in ritiro, lì ha ancora due anni a 4 netti, il Milan gli ha fatto sapere che se si libera dagli inglesi a costo zero gli fa firmare un biennale a due a stagione. Prendere o lasciare, il caso Mathieu Flamini è di questi giorni.
Il francese pensava di avere una flotta di estimatori alla porta, ha sparato alto, alla fine ha accettato un annuale a 1,6. Ne prendeva 4,5, un’assurdità. Più assurdo ancora restare in un club che, evidentemente, era pronto a fare a meno di te.
Il Milan al termine della scorsa stagione era il club di serie A con il monte ingaggi più pesante, in Europa inferiore solo al City e al Barcellona, Massimo Moratti faceva dei suoi ingaggi pesanti la vera clausola rescissoria ai contratti dei suoi giocatori. Strategie da rivedere. Poi ci sono i casi limite come quello dello juventino Milos Krasic. Nessuno lo cerca e nessuno è pronto a pareggiare l’ingaggio di tre netti a stagione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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