Incontenibile Fede La regina dei 200 trascina gli azzurri

Incontenibile Fede La regina dei 200 trascina gli azzurri

Debrecen La regina va a sedersi sul trono della «sua» gara. Federica Pellegrini, campionessa olimpica, europea e mondiale in carica, lo fa dal 2008, da quella batteria dei 200 stile libero (Europei di Eindhoven) in cui venne squalificata per una contestata falsa partenza, ma che in cuor suo sapeva essere una gara avrebbe vinto. E ieri ancora una volta medaglia d’oro agli Europei di Debrecen (Ungheria) davanti all’argento europeo in carica, la tedesca Silke Lippok. Per Fede si tratta dell'ottava medaglia sulla distanza tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, la quinta d’oro: Olimpiadi di Pechino (1’54”82) nel 2008, Mondiali di Roma nel 2009 (1’52”98), dove divenne la prima e unica atleta a scendere sotto il muro dell'1’53, Europei di Budapest nel 2010 (1’55”45) e Mondiali di Shanghai nel 2011 in 1’55”58.
Una vittoria maturata come sempre nell'ultima vasca, ai 170 metri, guardando la tedesca sul lato respirazione, con la Divina che se ne va a sedersi sul trono d'Europa: 1’56”76 il suo tempo, un secondo e mezzo davanti alla Lippok dopo una gara di grande resistenza ma con un vantaggio nettissimo alla fine. Tempo non eccezionale, prestazione migliore in staffetta che nella gara individuale ma cronometro comunque da migliorare visti i tempi che arrivano da altre parti del mondo.
Un po’ lenta Alice Mizzau, quarta con 1’58”39, sopra - anche se non di molto, 6 centesimi - i tempi richiesti per la partecipazione olimpica (e lacrime finali). Ma arrivare dal nulla e fare due quarti posti non è impresa da poco. E per trovare il pass per i Giochi c’è ancora tempo.
Da parte sua, Federica è fiduciosa: «Soddisfatta? Sì e no. Mi aspettavo sicuramente qualcosina meno come tempi, ma non avendo scaricato al 100 per cento per me questo è il momento peggiore. E quindi sono contenta: dopo tanti anni sono ancora qua, imbattuta su questa distanza. E spero tra due mesi, a Londra, di esserci ancora».
Poi si ferma, quasi a riflettere: «È importante restare su quel gradino del podio dopo tanti anni e tante scelte fatte, solo col pensiero di migliorare. Sembrava quasi scontato che io dovessi vincere l’oro agli Europei e questa medaglia è una conferma, nonostante il tempo e le grandi avversarie che mancavano».
La Pellegrini vuole smorzare sul nascere un’ipotetica polemica: «A me dispiace non aver usato la cuffia dell'Italia, ma si è rotta. Ho dovuto prenderne una mia da allenamento ma ci tenevo a dire “I'm sorry”, perché per me è molto importante gareggiare con la bandiera dell'Italia, ma c’è stata un'emergenza».
Infine un pensiero al Re Magno, l’altra metà della coppia più glamour del nuoto. «Mi sono emozionata e ho sofferto tantissimo nella prima vasca dei suoi 100 metri. Forse non ci credeva neanche lui a questa medaglia, l'aspettava da tanto tempo. Ma lui ha sempre questa rimonta incredibile nei secondi 50… Ci sono sempre un po' di palpitazioni… ed è stato molto bravo a prendere l’oro».
Ieri però Filippo Magnini si è dovuto accontentare, si fa per dire, di salire sul secondo gradino del podio della Sportuszoda con la staffetta 4x200sl: con Gianluca Maglia, Riccardo Maestri, Samuel Pizzetti ha chiuso al secondo posto alle spalle della Germania, dominatrice incontrastata con il tempo di 7’09”17, conquistando l’argento (7’13”10) dopo un appassionante duello con l’Ungheria (con il testa a testa finale tra Re Magno e Laszlo Cseh), e qualificandosi alle Olimpiadi.
Una giornata che, sulla scia di Regina Fede, è stata una pioggia di medaglie per l’Italia. Fabio Scozzoli ha conquistato l’argento nei 50 rana col tempo di 27”49, chiudendo la finale alle spalle dello sloveno Damir Dugonjic, oro in 27”32. «Mi scoccia perdere - il commento del forlivese- , ma un oro e un argento è il miglior bottino che abbia mai fatto, non mi posso lamentare».

Seconda anche Arianna Barbieri nei 50 dorso (28”31) preceduta dalla spagnola Mercedes Peris Minguet (28”25): due argenti e pass olimpico il bilancio del suo debutto. Altra matricola di successo Matteo Rivolta, bronzo nei 100 farfalla con il tempo di 52”40 alle spalle del serbo Milorad Cavic e dell’ungherese Laszlo Cseh. L’acqua delle piscine è sempre più azzurra.

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