L'anno scorso pareva un tappo di champagne, spumeggiante finchè non si è annacquato nelle vasche di Londra. Ma Fabio Scozzoli non per caso era (è) tifoso di Filippo Inzaghi. Pratica l'Inzaghismo a tutto campo nello sport: indomito e indomabile. Lui ci mette anche un bel carattere. Oggi l'Italia si aggrappa alla sua rana d'autore. Via ai mondiali di Barcellona, fra otto giorni Scozzoli in vasca per dire: dove eravamo rimasti? All'amaro olimpico o al dolce degli argenti conquistati ai mondiali di Shanghai?
Scozzoli, spumeggiante o....
«Spumeggiante, sempre spumeggiante. Se possibile anche di più. Finora la stagione è andata bene: due volte sotto il minuto, mai fatto negli anni scorsi prima della gare che contavano».
Scozzoli, Cagnotto, Pellegrini: detti così ricordano tre delusioni olimpiche. A chi l'oscar?
«A me. Non ho scuse: stavo bene e mi sono mangiato la medaglia. Federica aveva una certa condizione: non c'era niente da recriminare. Tania ha perso non per demeriti suoi: le hanno rubato una medaglia. No, il peggiore sono stato io».
Ha pensato spesso a quel buco nell'acqua?
«Certo, quante volte. Ma in modo propositivo: gli errori sono utili se ne fai tesoro».
A Shanghai fu argento, ora servirebbe salire...
«Il doppio argento (50 e 100 rana dnr.) fu fantastico. Ripeterlo sarebbe un bel bottino. Ma non vado per arrivare secondo. C'è un bel gruppo di avversari, lotta dura: Van der Burgh, l'australiano Sprenger, due americani. Certo, se loro fanno un altro passo avanti nei tempi, mi accontenterò. Ma se rispettiamo le prestazioni stagionali sono pronto a combattere».
Il nuoto si aggrappa a lei. Da Sidney 2000 ad oggi il movimento si è un po' sgonfiato. Non trova?
«Forse i successi degli anni di Sydney e Fukuoka hanno illuso l'Italia, poi ci sono i successi frutto di un fenomeno come la Pellegrini. L'Italia vive di questo. Ma parla la legge dei grandi numeri: gli americani sono tanti e creano dieci campioni. Noi molti meno e va bene quando ne esce uno. Però noi non siamo male nel rapporto quantità/qualità».
Vero, ma qualche errore....
«Ci siamo adagiati troppo nella direzione tecnica. Dopo Sydney c'è stata un po' di presunzione. Bisogna sempre guardare avanti, imparare, studiare gli altri. L'Italia è un po' indietro nelle tecniche di allenamento, contano i particolari: partenza, virate... Io ho fatto una forza di questi punti grazie ad un allenatore straniero. Per fortuna adesso, anche in Italia, hanno capito e qualcosa sta cambiando».
Ma lei quest'anno lavora lontano dal suo tecnico straniero... Thomas Gyertyanffy sta a Verona e lei a Imola
«É servito: vedendoci meno c'è più voglia di ascoltarsi l'un l'altro e lui può veder meglio i miei errori. Eppoi c'era bisogno di un cambio dopo Londra. Se è vero che squadra che vince non si cambia, io ho fatto schifo».
Voi del nuoto vi state perdendo la Pellegrini. Federica quest'anno fa mezza vacanza...
«Anche se in vacanza, rimane con Valentino Rossi l'atleta più conosciuta d'Italia. Vale è rimasto Rossi pure quando ha avuto un calo. Federica non ha bisogno di vincere per essere seguita, tutto fa notizia: sia che parlino del nuoto sia della sua vita privata: e a lei va bene così».
Chissà se tornerà al top?
«Quest'anno dirà la sua nel dorso: è competitiva, con un piccolo salto può arrivare al podio. Poi si è scelta il tecnico giusto, se andrà in Francia vedrete... Conta la serenità: è tutto per tornare numero uno».
Si è lasciata con Magnini, ma lavorano insieme....
«Gli amori cominciano e finiscono. Loro sono professionisti seri e sono da ammirare. Io non ce la farei».
Tolto Scozzoli, dica un nome da medaglia: Pellegrini, Paltrinieri, Bianchi, Dotto, Magnini?
«Direi Rivolta. Matteo ha fatto un salto di qualità nel delfino. Ha mentalità da vincente e un tempo quasi da podio. É agonista, non se la fa addosso. Un'altra fuori dagli schemi è Ilaria Bianchi: ha la mentalità per vincere. L'anno scorso alle Olimpiadi è stata impressionate»
Quante medaglie?
«Direi 5-6. Ovviamente spero nelle mie».
Lei tifa Milan, che dice: puntiamo su Scozzoli o sul Milan?
«Punterei su Scozzoli, salvo rimanere con i piedi di balsa come dice la canzone di Elio».
Deluso dal rossonero?
«Sono allibito, nessuno vuole Robinho o Boateng: sembra che prendiamo bidoni. In difesa serve un centrale forte, non possiamo fidarci di Zapata e Mexes. Serve un centrocampista: De Jong non è un fenomeno, a me piaceva Flamini che fa legna e l'hanno mandato via».
Tifa anche Rossi: è tornato...
«Speriamo che l'ultima vittoria non sia stata solo un exploit...».
Tifava anche Inzaghi....
«Io sono un Inzaghi. Anche di più. Non un fuoriclasse come la Pellegrini, sono costruito come Inzaghi: costanza e tenacia ti aiutano a migliorare. Mi piace gareggiare perchè allenarsi è una noia. Ma fino a Rio resisterò, poi cambierò qualcosa».
Inzaghi
«Credo sia l'unico modo per continuare a vivere emozioni. Io amo il nuoto e quando sarà il momento lo imiterò: passerò dall'altra parte».
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