"Io, Milan, l'unico del derby incitato da tutto San Siro"

"I tifosi volevano che cambiassi nome... Sono qui per andare in Champions, aspettiamo solo i gol di Icardi"

"Io, Milan, l'unico del derby incitato da tutto San Siro"

Appiano Gentile - Il Diavolo (leggi Milan) fa le pentole, ma non i coperchi. Immaginate, per esempio, cosa capiterà domenica a San Siro: 50 mila ad urlare: Milan! Milan!. E quello si esalta come un matto, strappa palloni dai piedi di chiunque, vola come il vento in folate verticali e , magari, va a segnar un gol di testa che, poi, è una sua specialità. Milan! Milan!: non una squadra ma un solo uomo al comando, a caccia di una nemesi che rovinerebbe il fegato ai milanisti. Milan Skriniar, 23 anni a febbraio, fisicone da metter in mostra in un film di Rocky Balboa, si può prendere la rivincita. Arrivato a Milano con la maglia dell'Inter, battezzato giusto per il voltastomaco del tifo, ha dimostrato che è meglio avere un Milan con la maglia dell'Inter piuttosto che un Bonucci: per citare un ex.

Direte che il pallone è un po' maligno e scanzonato, si diverte alle spalle dei tifosi i quali, ha raccontato l'interessato, gli avevano anche suggerito di cambiare nome. «All'inizio facevano sul serio, ora sono solo scherzosi». Lo ricorda con un sollievo goliardico, come quello dopo la terza visita al Duomo. «Sono andato a vederlo la prima volta. Bello, non c'è che dire! Poi la seconda ad accompagnare i miei amici. Bello, non c'è che dire! Poi la terza con i miei genitori. Bello, non c'è che dire! Ma adesso basta!». Davanti al Duomo, Milan l'è on gran Milan: ancora nessuno gli ha spiegato cosa significhi, ma lui ha già intrapreso la via.

Per i tifosi è l'unico acquisto azzeccato, per gli avversari una sorta di secolare quercia, in mezzo all'area, che ripara la squadra dagli scrosci. Naturalmente ogni tanto si piega: l'età non è secolare e l'esperienza non ancora completata. Il bello è che a rigor di valutazioni il suo prezzo, 30 milioni, era un po' altino: una scommessa a rischio. Milan che, nel frattempo, ha segnato anche quattro gol di testa, colpito pali e traverse, difeso l'area come un Hulk davanti ai pigmei, ora si prende le rivincite. «Sì, forse era giudicato alto. Oggi i tifosi vedono che costavo tanto, ma valevo quei milioni». Detto con la precisione di un tiratore al poligono. Mira preciso pure sui problemi dell'Inter. «Serve tanta concentrazione fuori e dentro il campo. Sempre più di quanto ne stiamo mettendo. Non capisco cosa sia successo: facciamo le cose per bene, ma il gioco non fila. Non bastano 20-30 minuti al massimo, serve dall'inizio alla fine».

Informa i giornalisti che anche Spalletti chiede di dare di più. Però la fortuna... «A inizio campionato ci andava tutto bene: in difesa eravamo un muro. Ora al primo tiro ci fanno gol. Ricordate con la Roma? Siamo un po' sfortunati. In futuro dobbiamo evitare di prenderne subito». Per futuro intende anche l'immediato. «Questo week end rischia di avere partite determinanti: il derby, la Juve con la Lazio eppoi Napoli-Roma. E la Samp sta sempre alle calcagna». Poi c'è il futuro di Skriniar: Champions o non Champions? Inter o Barcellona, Psg, Manchester City? La risposta è secca: «Conto di andare in Champions con l'Inter. La squadra è costruita per quello. E sono concentrato per arrivarci». Il termine concentrazione è un refrain, forse la chiave per un tormentone di successo. Ecco il punto: tornare a vincere con frequenza. Servono i gol di Icardi. Capitano mio capitano Come lo cantilena il fustone slovacco? E i fastidiosi soffi dello spogliatoio? «Quando sono arrivato, Mauro mi ha detto: se hai bisogno di qualcosa, chiedi. E' un buon capitano». Essenziale, senza sbilanciarsi. «Nel derby di andata ha segnato una tripletta. Ultimamente ci mancano i suoi gol, prima ne aveva realizzati 16 in 18 partite». Sottinteso: fate voi!

«Certo, non basta vincere il derby. Dopo c'è molto altro». Però al Milan bastò vincerlo per cambiare faccia alla stagione. «Già, dopo la coppa Italia cominciò il loro ciclo e noi sempre peggio. Vorrei che stavolta il cerchio si chiudesse per riprendere ad andare forte noi».

Attenti al Milan. Avviso ai naviganti: «Suso è uomo chiave!». Poi c'è Cutrone, che guizza e ghiribizza. Lo spaventa meno di un Insigne: «Forte con la palla». «Cutrone diventerà bravo», pronostica. «Non tocca molti palloni, gliene basta uno per il gol. Dobbiamo concentrarci ogni secondo e, forse, non basta». Deve bastare l'Inter. «Dobbiamo prepararci meglio nella testa. Far rivedere la squadra di inizio campionato che andava così bene: siamo forti. Forse abbiamo alzato troppo le aspettative. Però prendete il mio caso: non sapevo quanto avrei giocato titolare.

Sono andato oltre le attese».

Diceva Schopenhauer, che non era un centravanti e nemmeno slovacco: La gente comune si preoccupa unicamente di passare il tempo: chi ha un qualche talento pensa invece ad utilizzarlo. Skriniar non è un tipo comune.

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