La spinge pure il nome: Great. Se diventerà davvero grande, lo vedremo presto, magari nel 2024. Non a caso, Great Nnachi ha scelto come sfondo la Torre Eiffel, simbolo della città olimpica. Intanto, questa ragazza torinese di 18 anni, figlia di genitori nigeriani, ha conquistato l'argento nel salto con l'asta agli Europei under 20 di Gerusalemme. Lei che, fino all'anno scorso, non aveva la cittadinanza italiana e quindi non poteva indossare la maglia azzurra, pur avendo i titoli sportivi grazie alla Federazione che le ha permesso di gareggiare nel nostro Paese al pari degli altri atleti. Great Nnachi ha atteso il 15 settembre 2022, quando ha raggiunto la maggiore età, per poter rappresentare l'Italia. E domenica, al primo campionato internazionale, la portacolori del Battaglio Cus Torino, appena arruolata nei Carabinieri, ha preso subito la medaglia.
Great, che sensazioni ha provato durante la gara?
«Ero molto agitata, perché sapevo di poter vincere e perché era solo la seconda volta in Nazionale. Ma è già tanto importante aver indossato questa maglia».
Com'è stato far parte della spedizione azzurra?
«Strano, ma allo stesso tempo bello. Ti senti a casa. Siamo una grandissima famiglia che parte per andare in vacanza, però deve fare la cosa che hai aspettato di fare per tutto l'anno. Solo che per me ci è voluto un po' più di tempo».
Ha atteso fino ai 18 anni.
«È da almeno cinque anni che penso a questo momento, da quando ero cadetta. Vedere l'anno scorso i miei compagni andare al Mondiale di Cali e restare a casa sapendo di potermi giocare la medaglia è stato deprimente. Anche perché, il mese dopo ho compiuto 18 anni».
Cosa ha provato quando ha ricevuto la lettera di riconoscimento della cittadinanza?
«Quando ho visto quella lettera ero molto felice. Sembrava una cosa troppo lontana, però ce l'avevo finalmente. Sono emozioni che rimarranno per sempre».
Che cosa ha significato indossare la maglia azzurra? Ha sentito come un peso?
«Non voglio dire di aver sentito il peso, ma le mie ansie erano soprattutto per quello. Non volevo deludere nessuno dopo tutto quello che è successo. Avevo paura. Ho cercato di onorare al meglio la maglia».
Come ha vissuto questi anni?
«Mi è dispiaciuto non essere considerata una cittadina italiana, perché dentro di me mi sento italiana. Queste regole non hanno molto senso».
Dal 2019 lei è Alfiere della
Repubblica.«Ricordo la cerimonia in cui ho incontrato il presidente Mattarella e il suo discorso motivazionale. È grazie a lui se sono cresciuta dal punto di vista sportivo e umano. Questa medaglia è anche grazie a lui».
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