Italia all'ultimo Ringhio

Ufficiale la nomina di Gattuso ct dopo Spalletti. Un anno di contratto per tentare di non fallire per la terza volta consecutiva la qualificazione Mondiale

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Habemus ct: è lui, proprio lui, Gennaro Gattuso, 47 anni, detto Rino o Ringhio a seconda del grado di familiarità, calabrese di radici e di dialetto, disposto a tutto pur di centrare gli obiettivi e coltivare la sua passione smodata, il calcio. È il vice papa del calcio azzurro, arrivato dopo il no di sir Claudio Ranieri. Quest'ultimo era già vestito con l'abito bianco sui social di mezzo mondo prima di declinare a sorpresa l'invito di Gravina e di aprire la strada all'avvento di Gattuso.

Da calciatore Rino ha vinto tutto: scudetti, Champions league a ripetizione e il quarto mondiale azzurro con Lippi del 2006. Da allenatore non ha raccolto gli stessi trionfi anche perché spesso ha compiuto scelte rischiose, come l'ultima in Croazia dopo essersi misurato con Milan, Napoli, Marsiglia, Valencia. Sfiorò la Fiorentina rompendo l'accordo dopo poche ore per una serie di equivoci. L'annuncio solenne è arrivato ieri pomeriggio all'ora del caffè in una domenica di caldo soffocante, di quelle conosciute da bambino a Schiavonea, il teatro delle sue scorribande estive, vissute senza scarpe per non ricevere i rimproveri della mamma.

Nella nota della federcalcio, il presidente Gabriele Gravina lo ha presentato con espressioni più convincenti («è un simbolo del calcio italiano, l'azzurro è la sua seconda pelle, grazie per la disponibilità e la totale dedizione con cui ha accettato l'incarico») di quelle utilizzate da Gigi Buffon, il capo delegazione cui è stato affidato il compito di tessere la tela della trattativa («è stata fatta la migliore soluzione possibile»). Giovedì mattina è fissato l'incontro con i cronisti per la presentazione sua e dello staff (Gigi Riccio il suo storico e apprezzato vice, Leonardo Bonucci uno dei collaboratori, Bruno Dominici il preparatore atletico in coppia con Dino Tenderlini, Roberto Perrone allenatore dei portieri con Lupatelli, Marco Sangermani il match analyst) che lo scorterà nei prossimi mesi decisivi per raggiungere il complicato obiettivo della qualificazione mondiale. Il bivio davanti al quale si ritrova la Nazionale dopo lo 0 a 3 a Oslo e il misero 2 a 0 sulla Moldova è il seguente: se non si piazza da primo nel girone guidato dalla Norvegia (ed è quasi impossibile), bisognerà puntare sui playoff. Il debutto di Gattuso in panchina è fissato a Bergamo la sera del 5 settembre (Italia-Estonia), la chiusura del girone forse a Roma contro la Norvegia il 16 novembre.

Gattuso ha un prezioso vantaggio: ha già allenato alcuni dei cavalieri azzurri cui chiederà di trascinarlo negli Usa al mondiale 2026, a cominciare da Donnarumma, Locatelli e Gabbia nel Milan, Meret, Di Lorenzo e Politano nel Napoli. Quando Sandro Tonali arrivò al Milan da Brescia, Adriano Galliani smontò la narrazione imprecisa: «Non è un Pirlo, lui è un Gattuso». E infatti Sandro indossò, su autorizzazione dell'interessato, la maglia numero 8. Diventerà uno dei perni del suo centrocampo. Nessuno ricorda un dettaglio dei suoi precedenti in panchina: da tecnico rossonero fu il primo a schierare Calhanoglu nel ruolo di centrocampista centrale, intuizione poi sfruttata da Simone Inzaghi all'Inter. È molto probabile che l'Italia di Gattuso giochi a 4 in difesa, come con il Milan e col Napoli. «Ti sei lanciato in un cerchio di fuoco» gli ha detto un amico ieri mattina sentendolo al telefono. La risposta è stata esemplare: «Non è la prima volta...». Di sicuro c'è un anziano signore, un tempo pescatore in Calabria, che ieri sera ha brindato felice. Si tratta di Franco Gattuso, il papà di Rino, calciatore dilettante da ragazzo e poi accompagnatore puntuale della carriera di Rino.

Fu lui, dopo la delusione di Istanbul, a convincere il figlio a non lasciare il Milan per il Bayern (lo reclamava Toni). «La fumata bianca è molto vicina e tutto il paese di Corigliano Calabro è in fibrillazione per la sua nomina» la frase di papà Franco qualche oa prima dell'annuncio.

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