Italnuoto con vista su Rio

L'Italia non chiude con il botto. Gli esaltanti Europei di Berlino si chiudono con il colpo che resta in canna alle regine. Tania Cagnotto sbaglia il suo tuffo, l'ultimo, e butta via il tris d'oro rimanendo d'argento. E Federica Pellegrini “saluta” i 400 con una medaglia di legno. Le Sorelle d'Italia che a ogni giro riempiono le casse d'oro della spedizione azzurra nelle piscine per una volta non piazzano l'acuto.

Tra le due è Tania quella che ha più da recriminare. Perché dopo aver sprecato l'ottimo primo volo con un secondo tuffo da dimenticare, aveva comunque l'oro in bocca quando è salita per l'ultima volta sul trampolino da 3 metri. Anche perché doveva eseguire il tuffo prediletto, quello che si fa ad occhi chiusi, quello che nelle giornate giuste fa la differenza. Ieri non era di quelle. Lo si è capito nel presalto: il rumore sordo della tavola, risuona subito d'argento, salvato addirittura per soli 35 centesimi. Lo choc basta e avanza perché conferma la maledizione dei 3m che agli Europei voltano quasi sempre le spalle a Tania, d'oro solo a Torino 2009: questo è il secondo argento di fila, la sua medaglia numero 22 a livello continentale. Il bilancio è identico a un anno fa, a Rostock. La consola il premio come atleta dell'anno. Poi rivede il film dell'errore, di uno dei più brutti doppio e mezzo rovesciato: «Avevo i piedi fuori e così ho perso la solita sensazione. Un po' di rabbia c'è perché mi dà fastidio sbagliare il mio tuffo. Avevo paura di fare una cavolata, come se me lo sentivo...». E comunque il bilancio è positivo: «Ci avrei messo la firma alla vigilia su un Europeo così». Nel 2015 l'appuntamento è il Mondiale di Kazan: «Non mi sono allenata molto e si è visto dai 3 metri, mi è mancata un poco di forza. Basta guardare il triplo mezzo avanti. Il prossimo anno lavoreremo. Ora vacanza».

Meritata, come quella di Federica Pellegrini che resta giù dal podio nei 400, probabilmente ultima uscita internazionale sulla distanza. Si concentrerà sui 200, la strada migliore per prendere una medaglia a Rio. Il tempo non è nemmeno da buttare in una gara in cui fino all'ultima vasca è stata terza. Ma è una Fede senza rimpianti: «Ci ho provato fino alla fine, sapevo che era dura. Stiamo abbandonando i 400. L'ho fatto per onorare questa ultima gara e sono contenta a livello cronometrico». Due volte mondiale, primatista europea eppure dice basta: «Non è definitivo, ma quello che dovevo fare l'ho fatto». E saluta gli Europei soddisfatta di un bilancio identico a quello di Debrecen 2012: due ori e un bronzo e sottolinea la staffetta dell'incredibile rimonta «in una settimana ricca di soddisfazioni, all'ultimo centesimo, che bello». Il futuro può aspettare per qualche giorno: «Sono stanca e ufficialmente in vacanza». Aperta con tanto di tweet: «E adesso mojitoooooo!».

Chi ci va di corsa dopo aver coronato il sogno è Federico Turrini, bronzo nei 400 misti. Una medaglia in vasca lunga inseguita da anni e finalmente messa al collo con una prova di maturità, senza sbavature: «Per me è un sogno, sembrava non arrivare mai. Il coronamento del lavoro fatto».

E forse è la giusta chiusura di un Europeo da cui l'Italia della vasca esce con due fenomeni, Pellegrini-Paltrinieri, ma anche una manciata di talenti: ieri Silvia Di Pietro è stata la prima italiana sotto i 25 secondi nei 50sl e la staffetta mista e veloce da record. L'operazione Rio può scattare anche se bisogna tenere i piedi per terra. «Mondiali e Olimpiadi sono un'altra storia», parola di Fede.

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