Jacobs diventa "belva". "Tortu? Al suo posto avrei cacciato il fratello"

Marcell crede a Filippo ma...

Jacobs diventa "belva". "Tortu? Al suo posto avrei cacciato il fratello"
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La «spy story» che lo ha coinvolto non è andata giù a Marcell Jacobs. Ospite della trasmissione «Belve», il velocista azzurro è tornato sulla vicenda del presunto spionaggio «organizzato» da Giacomo Tortu, il fratello di Filippo, che si sarebbe rivolto alla società di sicurezza e investigazioni Equalize per accedere alle analisi del sangue del bicampione olimpico e anche sul suo cellulare.

«È una notizia che mi ha sconvolto, ci sono rimasto male», ha ribadito Jacobs sull'inchiesta della Procura di Milano. Incalzato dalle domande di Francesca Fagnani, il gardesano non ha tremato sullo sgabello più temuto dalla televisione e ha risposto con grande sincerità. «Quando ho vinto le Olimpiadi ho oscurato, tra virgolette, un po' quello che era il percorso che Filippo aveva fatto dal 2018, hanno pensato che magari mi dopassi. Il fatto che abbiano violato la mia privacy è stata la cosa che mi ha veramente dato più fastidio». La rivalità a quanto pare potrebbe non essersi fermata in pista. «Si vede che da chi lo gestiva non era solo quello. Filippo, per come lo conosco e per come l'ho vissuto da Tokyo a oggi, non potrei mai pensare che lui fosse a conoscenza di questa cosa. Se anche lui dovesse essere coinvolto sarebbe una bella batosta a livello personale e per tutta la squadra della staffetta». Quando era esploso il caso, Filippo aveva chiamato Jacobs per chiarirsi, ma da allora i due ancora non si sono incrociati né in pista né fuori. «Sicuramente nel primo approccio ci sarà un po' di imbarazzo». E infine: «Tortu non ha licenziato suo fratello? Io lo avrei fatto».

Altro tema caldo dell'intervista è quello sul mancato rapporto con il padre, un marine dell'esercito degli Stati Uniti. «A 12 anni la prima volta che ho visto mio padre non ho provato niente. Era uno sconosciuto. Da piccolo mentivo a me stesso e anche agli altri, facendo credere che mio padre fosse un super eroe che amavo e ammiravo. Però dentro di me soffrivo.

Alle elementari vedevo i disegni dei miei compagni che avevano una famiglia e io invece disegnavo solo mia madre». Poi, «prima dell'Olimpiade ho iniziato ad abbattere quel muro che avevo creato per ritrovare il rapporto con lui. È da lì che nasce il Marcell Jacobs che ha iniziato a vincere».

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