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Joshua-Klitschko, lo stadio ritorna un ring In 90mila a Wembley per il match dei record

L'imbattuto campione del «furto» a Cammarelle ai Giochi sfida il colosso ucraino

Sergio Arcobelli

Lo stadio di Wembley, questa sera, non sarà teatro di una finale di calcio ma spalancherà le porte alla nobile arte. Il padrone di casa inglese Anthony Joshua affronta per la corona mondiale dei pesi massimi l'ucraino Wladimir Klitschko. È il match dell'anno, non solo perché ad assistere al match ci saranno 90.000 spettatori, record assoluto in Europa dal dopoguerra che eguaglia i 90.000 dell'incontro tra Len Harvey e Jock McAvoy al White City Stadium sempre a Londra del 1939. Ecco spiegato il perché di una location così suggestiva. Serviva il meglio, dunque Wembley, per una sfida attesa così a lungo Oltremanica: tanto che i biglietti sono stati venduti in un amen (8 milioni di incasso), e si stimano cifre da capogiro tra diritti tv e merchandising. Ma il connubio pugilato-stadio di calcio non è di certo una novità: in Italia, per esempio, San Siro ospitò due riunioni passate alla storia della boxe tricolore: nel '60, proprio durante i Giochi di Roma, 61.900 spettatori riempirono il Meazza (l'incasso di quella serata, 120 milioni di lire, resta tuttora il record per il pugilato italiano) per vedere Duilio Loi sconfiggere ai punti l'americano Carlos Ortiz e conquistare la cintura mondiale dei pesi welter. 40.000 furono invece i presenti alla sfida mondiale tra Mazzinghi e Benvenuti, primo match di una rivalità durata in eterno e che divise l'Italia in due, anche perché Sandro non accettò mai quel ko al sesto round da Nino. Ma come dimenticare The Greatest Muhammad Ali, che sempre a Wembley riuscì, dopo essere finito al tappeto al quarto round, ad imporsi su Henry Cooper davanti a 35.000 spettatori.

Stasera, però, c'è un nuovo affascinante capitolo da scrivere. Una battaglia tra titani in stile Achille contro Ettore, due eroi di due scuole di pugilato diverse, quella britannica e quella tedesca. Due colossi in cerca dell'immortalità pugilistica. Da una parte c'è Joshua, inglese di origini nigeriane, rivelatosi al mondo per aver soffiato, o forse meglio dire rubato, l'oro olimpico a Londra al nostro Cammarelle, complice un verdetto dei giudici colpevolmente casalingo. Sulla scia di quel successo, meritato o meno, il 28enne di Watford, una volta fatto il salto tra i professionisti, ha sempre messo al tappeto i suoi rivali. Tutti, nessuno escluso. Su 18 incontri, infatti, sono arrivate 18 vittorie e altrettanti ko. Leggasi, imbattibile. Dall'altro lato del ring, però, c'è Klitschko, un tipo che fa venire i brividi solo a guardarlo. Ribattezzato Dr. Steelhammer (martello d'acciaio), un soprannome che dice tutto sulla violenza dei suoi pugni, è rimasto imbattuto per undici anni (e 22 incontri di fila) prima di perdere, due anni fa, la cintura di campione del mondo dal controverso Fury (un altro inglese). Ma l'ucraino non sembra intenzionato ad abdicare e, anzi, rivuole il suo scettro, per intenderci le cinture iridate Wba, Ibf e Ibo. Di certo il pronostico vede Klitschko leggermente sfavorito, perché Joshua ha dalla sua l'età (13 anni in meno) e quasi 90.000 anime dalla sua parte pronte ad incitarlo. Sarà una bolgia, questo è poco ma sicuro.

Non resta che scoprirlo (diretta su Fox Sports a partire dalle 22).

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