La gente, il tifo, prepara i fischi per Cristiano Ronaldo. Carlitos Tevez prepara i gol. Conte è un uomo del nostro Sud e si immerge sempre nella passione. La gusta come un'arma in più anche in una partita di calcio. E questo Juve-Real vale un'idea per il futuro bianconero. «Mi aspetto grande calore dai tifosi. Ci sarà da soffrire, ma pure da esaltarsi per sospingere i calciatori oltre un ostacolo sicuramente molto alto». Carlitos, giocatore internazionale nella pelle e nei fatti, è molto più concreto. «Pubblico? Sì, grazie. Ma in campo vanno i calciatori, se la devono cavare loro». Chiamatela Carlitos way, ma è l'unica che può condurre questa Juve sulla strada della rinascita o almeno sul viottolo per non deragliare. C'è il Real e basta la parola. Maglia arancione e questa è una novità. Ma c'è di più e di peggio: se il Real vince si qualifica automaticamente al prossimo turno, se la Juve perde ha quasi compromesso la Champions. Ci sarebbe ancora un filo legato al Galatasaray, esile di speranza, ma così esile. Altro nel caso di successo. Tevez è a secco in Champions dal 7 aprile 2009: giocava nel Manchester United e mise zampa nel 2-2 casalingo contro il Porto. Quando glielo hanno ricordato c'è rimasto male: «Non mi ero accorto fosse passato così tanto tempo. Spero che sia il giorno giusto per interrompere il digiuno».
Visto il 2-1 dell'andata e la presenza di Cristiano Ronaldo, l'occasione sarebbe propizia. Ronaldo, Benzema e Bale nelle ultime due partite della Liga hanno realizzato 10 gol, cinque dei quali sparati da CR7 che poi è anche il mattatore del suo girone di Champions: sono 7 (media 2,33 a partita) e nessuno ha fatto meglio in questa edizione. Tevez lo conosce bene e suggerisce: «Dobbiamo lavorare per limitarlo». Ci mette pure il sigillo dell'orgoglio: «Il loro attacco è mortale, Ronaldo è un fenomeno, ma non lo invidio». Cristiano Ronaldo poteva essere un giocatore dell'Inter se Moratti non si fosse limitato alle battute, dunque allo Juventus stadium ci saranno tante ragioni per non rendergli vita facile. La Juve si gioca un pizzico di credibilità internazionale, la partita dell'andata ha lasciato qualche veleno, un arbitro molto severo nell'espellere Chiellini, ma niente di più a rigor di calcio. Gli juventini la pensavano diversamente, però Conte ha cercato di smorzare tutto, soddisfatto dalla scelta dell'inglese Webb. «Juve -Real è una sfida storica, c'è grande fascino. Il nostro pensiero deve andare a noi stessi, poi al Real, infine ad altre cose». Che poi è la linea Carlitos: in campo ci pensino i giocatori. Ecco, appunto, la Juve d'Europa deve giocare tre finali, copyright Tevez, i ricordi riportano al doppio colpo di cinque anni fa (2-1 in casa, 2-0 a Madrid) ma questo Real è abbordabile in difesa, grigio nel gioco, terribile in attacco. Conte si leva il cappello: «Ronaldo, Bale, Benzema, Di Maria sono fantastici quando hanno campo aperto e spazio da attaccare. Dovremo fare molta attenzione, sperando di far male in fase di possesso palla». La Juve ci prova cambiando modulo, linea difensiva a quattro, Marchisio nel tridente, Carlitos con Llorente in attacco.
Llorente o Quagliarella poco importa perchè entrambi hanno il colpo in canna: lo spagnolo è un matador riconosciuto per i madridisti. Sintesi della vigilia di Conte: «Partita fondamentale». Sintesi dei numeri: finora il Real ha segnato 12 gol, la Juve 4. Dunque? Servono ribaltoni, in tutti i sensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.