dal nostro inviato a Torino
Macché partita a dama con Mike Tyson! Meglio una partita di calcio con Arsenio Lupin. La Juve ha rubato l'idea al sor Ventura in torinista gramaglia. Arsenio stavolta si traveste da Carlitos, mette un piede in fuorigioco poi al resto pensa Pogba. La Juve vince il derby con un gol rubacchiato o, se volete, mal interpretato dall'arbitro e dalla sua compagnia di occhi di lince. Queste cattive interpretazioni saranno il nuovo veleno per il campionato, la Juve (ehm!ehm!) deve aver fatto un patto con il Diavolo (eppoi dicevano, dicevamo che Moggi ) se nel giro di una settimana ha già goduto di due sviste da far inorridire gli oculisti: il gol valido annullato a Paloschi del Chievo, questo fuorigioco che ha generato la traversa di Tevez e la rete del francesone. C'era da attendersi fuoco e fiamme, invece Ventura ha fatto il Ventura, spiritoso ma non troppo, comunque sempre a voce bassa e Conte ha fatto il Lord ricordando che ci poteva stare una espulsione di Immobile. Come se il fuorigioco vincente, dopo nove minuti del secondo tempo, non avesse messo il marchio alla partita.
Signori si nasce, diceva Totò. E la Juve è nata Signora, ma a modo suo. Per esempio sulle tribune dello stadio Olimpico ieri campeggiava uno striscione, che è stata la trovata più divertente di tutto il primo tempo. Immaginate come doveva essere il gioco sul campo. Insomma il cartello diceva: «Juve 30 sul campo o 50 in casa ». Seguiva volgarità al femminile. Chiara l'allusione, che poi la Juve ha ripagato con quel gol da malafemmina strappacuore. Conte ha fatto sapere che i derby «si vincono con cuore, testa e gambe» e la Juve aveva messo tutto questo. Aggiungendo una virtù che, negli ultimi tempi, le era un po' sfuggita: non ha subito gol.
E qui cominciano i peccati del Toro e la buona ventura della Juve. Vista ieri, come negli ultimi tempi, questa squadra è monotona, noiosa, non più poderosa, a tutto ritmo come negli anni passati: fatica a segnare, è anonima sulle fasce laterali e rischia qualcosa di troppo. Ma ha cercato di vincere sempre e meritato il successo. Il Torino voleva giocare a dama con Tyson, però ha dimenticato di giocare a pallone come sa. Ha provato solo a sopravvivere. Il suo tecnico poteva provarci pure a scacchi ma ha dimenticato che questi sono giochi più scientifici del calcio. Qui basta una svirgolata o un fuorigioco per rovinare tutto. Inoltre è previsto il tiro in porta e il Toro se n'è dimenticato, Cerci faceva il centravanti per rubacchiare palloni ed è stato ammutolito. Gli è toccato fuggire sulla fascia per ricordare di essere il giocatore granata più qualificante: uno dei pochi, insieme a Pogba e Tevez, a dimostrare la classe quando tocca il pallone. Immobile è stato una comparsa, i centrocampisti sono carne dolce.
Il Toro ha badato solo a difendersi e Ventura ha sbagliato la tattica. La Juve ne ha cavato i frutti pur giocando un match che, in Europa, le sarebbe potuto costar caro: se non cambia ritmo e modo di attaccare rischia un attentato alle sue speranze. Non c'era Pirlo, ma non è quello il problema. Anzi qualche volta è una soluzione. C'è Pogba che fa per tutti. E quando Conte lo ha rispedito nel ruolo naturale, della mezzala, ha sfondato le zone difensive ed incrociato di testa per il gol dopo un colpo di testa di Bonucci, quello di Tevez con pallone sulla traversa: respinta e Pogba che sbrana Padelli, una vittima preferita essendo già la terza volta che lo buca. Ma poi che Juve è mai questa: sonnolenta e noiosa nel primo tempo, più determinata nella ripresa. Tevez ha sparato palloni pericolosi in porta, almeno un paio, Padelli ha salvato di piede sull'unico acuto maldestro di Giovinco nel primo tempo e respinto una sventola del ritrovato Vucinic a fine ripresa.
Il resto è stato una sfida da sconforto calcistico e con il solito leit motiv di queste storie: il Toro non vince più e non segna più nel derby, la Juve è la Signora omicidi che, magari, soffre un po' ma ti stritola con un magheggio all'Arsenio Lupin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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