Champagne a Torino e Napoli, ecco la champions league, garantita e assicurata da Jose Mourinho con il pareggio contro il Bologna. Vite diverse quelle di Allegri e Spalletti, uno, il livornese, supportato dal presidente e sopportato dai tifosi, l'altro, il certaldese, pizzicato da De Laurentiis e mai amato dal popolo che non perde la testa se non per Maradona, avendo bocciato Benitez, Mazzarri, Ancelotti, Gattuso. Il Napoli ha fatto un passo in avanti, saltando dal quinto posto tafazziano dello scorso campionato al terzo, momentaneo almeno, di oggi. Lo stesso non si può dire della Juventus che ribadisce, sempre momentaneamente, il quarto posto di Pirlo con l'aggiunta di una finale di coppa Italia da giocare contro le due coppe vinte dal precedente allenatore. Allegri ha il posto di lavoro assicurato per altri anni tre, lo ha detto ufficialmente il suo datore parlando di stabilità, sostantivo abbastanza singolare considerato il procedere ondivago della squadra e alcune scelte del tecnico. L'ultima entra di diritto nella cronaca buffa, la staffetta Vlahovic-Chiellini, che ha provocato le grasse risate dei telecronisti polacchi, è il riassunto o, se preferite, la didascalia del livornese che già praticò questa esperienza sostituendo a cinque minuti dalla fine Carlos Tevez con Pereyra ma trattavasi del Real Madrid e non del Venezia, ultimo in classifica. Ma tant'è, ad Allegri eventuali critiche non interessano, lo sfiorano appena, convinto come è di avere la giusta misura di tutto. Di certo quel cambio è la giusta istantanea della filosofia di Allegri, primo non prenderle, prima la halma poi lo spettacolo folkloristico a bordo campo proprio quando sarebbe necessaria la calma del pensiero.
Gli infortuni, dovuti a una preparazione con chiare responsabilità e responsabili, sono un alibi accettabile, l'assenza di gioco invece non trova giustificazioni ma è inutile perdersi in chiacchiere che vengono considerate marginali dal diretto interessato, il quale ha anche detto che il mestiere di allenatore in Italia è arduo mentre in Inghilterra c'è maggiore pazienza e rispetto. Infatti in Premier sono saltate tredici panchine. Altre novità?
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