Juve, serve una svolta con Suarez o Ibra. E i conti non tornano

Il Bayern ha speso poco di più, ma ha fatto la differenza Conte pessimista: "Il gap tra Italia ed Europa resterà alto"

Juve, serve una svolta con Suarez o Ibra. E i conti non tornano

E adesso che fare? La parola alla Juve. Magari attingendo al realismo positivo di Buffon: «Siamo tra le otto squadre più forti d'Europa: fatto incontrovertibile, la base da cui ripartire». Senza dimenticare che il Chelsea l'anno passato ha vinto la Champions e guardate quest'anno com'è finito. Oppure dal pessimismo cosmico di Conte: «Serve tempo, il gap non si colma da oggi a domani e non vedo la possibilità di una vittoria per le squadre italiane nei prossimi anni in Champions». E qui riappare quel senso di impotenza che la Juve ha mostrato in campo e Conte ha fatto presumere tra parole e fatti. Parole: quel continuo riportarsi al gap economico tra le grandi squadre d'Europa e le italiane. Fatti: aver giocato al meglio dei titolari la partita di campionato contro l'Inter senza preservare Pirlo e qualcun altro per l'andata con il Bayern. L'allenatore aveva deciso che contava il campionato, nonostante il discreto gruzzolo di vantaggio. Poi la Juve è stata schiacciata all'andata e al ritorno, lo sguardo desolato del tecnico, mani in tasca, subito il secondo gol a Monaco, erano già segnali di resa. C'è esperienza ed esperienza.

Vero, il Bayern è più forte: lo ha dimostrato senza lasciar dubbi e si è conquistato questa credibilità nel tempo: tre semifinali in quattro anni fanno la qualità. Due finali perse non hanno scosso la sua forza. Ma il Bayern in Europa c'è stato spesso, così come Manchester United, Real Madrid, Barcellona. Non è solo questione di gap economico. Quando il Manchester ha ceduto Cristiano Ronaldo o Tevez, per esempio, è rimasto tra i migliori con altri giocatori. Il Barcellona ha conquistato sei semifinali di fila, ma non sempre e solo per merito di Messi. Il Real Madrid può sbagliare una stagione, ma poi ricompare tra le top. La Juve ci sta mettendo molto di più. Poi parla la storia: il suo non è mai stato un pedigrèe europeo Doc.

Il bilancio è un peso, ma non può diventare un alibi. Da due stagioni i dirigenti bianconeri cercano di rinforzare l'attacco, ma con scelte di secondo piano. Poi, naturalmente, deve aiutare anche il gioco. Il Bayern segna a raffica, non ha attaccanti riconosciuti top class (ad eccezione di Muller) ma sono ben sostenuti dai compagni. La Juve ha prenotato Llorente: valido sulla carta, forse non decisivo per il salto di qualità. Dice Conte: «Sarebbe riduttivo pensare di vincere la Champions con due-tre acquisti. Ci vuole pazienza». Nella Champions serve tanta fortuna. Chieda a Mourinho per informazioni. Ma se gli acquisti sono azzeccati fai più strada.

Se guardate la tabella qui a fianco noterete che Bayern e Juve valgono più o meno la stessa cifra, sommando i costi d'acquisto dei giocatori andati in campo tra Monaco e Torino. Ci sono venti milioni di differenza spesi in più dai tedeschi, gravati dai 40 spesi quest'anno per Javi Martinez, e delimitano la differenza tra i costi-mercato di questa stagione. Il nucleo forte è composto da gente venuta dal vivaio o da qualche acquisto pescato al momento giusto: Alaba (0,8 milioni), Dante (4,7). I costi di Ribery e Robben sono stati ammortizzati negli anni come quello di Buffon per la Juve. Il Bayern ha lasciato andare Klose e mette in panca Gomez, ci ha preso con Mandzukic. Quest'anno la Signora ha portato a casa Pogba a prezzo di svincolo. E mercoledì il francese ci sarebbe stato bene anche nel Bayern: forse non è un caso.

Che non sia solo un fatto di capitali lo dimostra il raffronto con l'Inter: dalla finale di tre anni fa, a Madrid, i tedeschi hanno speso 133 milioni, Moratti 149. E vedete dove sono gli uni e gli altri: il Bayern ha rigiocato una finale ed è oggi in semifinale. L'Inter.... se la prende con gli arbitri

I danari bisogna spenderli con ragionevolezza. La Juve di ieri e oggi ha consumato forzieri. Il Bayern le ha svelato i suoi limiti: mancano giocatori più forti in fascia e attaccanti top, soprattutto se Conte si sforzerà di creare un gioco che li agevoli.

I nomi? Suarez o Ibrahimovic, Aguero o Cavani, Villa o perfino Tevez e Dzeko. Si dirà: facile dirlo. Sì, ma quando era possibile acchiapparli questa Juve se li è fatti scappare. Ora si sbrighi. Conte è bravo, ma non si crei alibi. Servono salto di qualità e giocatori di qualità.

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