Juve, la svista non basta Milito la riporta per terra

Gol lampo di Vidal con Asamoah in fuorigioco. Due reti del bomber Palacio completa l'impresa. E i campioni cadono dopo 49 partite. Un Principe da scudetto

Torino - Il settimo gol di Milito ha chiuso la corsa da record della Juve. Dopo sette anni l'Inter torna a vincere a Torino. Settimo non rubare, potrebbe riassumere la storia di questa partita dove due gol hanno lasciato il dubbio(uno in fuorigioco, l'altro per un rigorino riparatore), il terzo ha deciso, risolto e forse regalato al campionato una nuova avvincente sfida. Il quarto ha fatto spettacolo. Vince l'Inter facendo i muscoli dopo aver attraversato la tempesta juventina. Perde la Juve nel nuovo stadio,e ancora una volta sconta la mancanza di un autentico attaccante-killer. Si è rivista la Juve d'Europa più che quella d'Italia,fra l'altro in casa non perdeva dal 5 marzo 2011(Milan). Si è vista l'Inter del tridente che, guarda caso, con quel trio ha vinto le ultime tre partite ed ora sono nove successi di fila. Ora sarà davvero un campionato da gustare.
Quell'irridente striscione piazzato sulle tribune (“Intercettiamo la banda degli onesti” con i faccioni di Moratti, Guido Rossi e Tronchetti) ha cercato di creare l'atmosfera sangue e arena, ignorando che sarebbero bastati 18 secondi di gioco per far salire febbre e atmosfera secondo la più classica delle sceneggiature calcistiche.
D'accordo, una paperata generale di centrocampisti e difensori interisti che, evidentemente, non si erano messi la sveglia giusta, ha scaraventato Vidal in area per un gol-lampo. Ma a tanto disastrosa interpretazione ha fatto da contraltare la vista difettosa di Fabio Preti, guardalinee che ha scatenato l'ennesimo atto d'accusa alla fortune juventine. Per fortuna quello striscione sulle tribune era stato già riposto. In questo mondo rotondo chi è senza peccato (in campo e fuori) scagli la prima pietra. Difficile trovar qualcuno. Gol nato da un fuorigioco di Asamoah. Guardalinee addormentato come gli interisti (poi sarà invece sveglissimo) e partita rovinata nel primo approccio. Qui le accuse di incapacità e cattiva attenzione ritornano sempre agli arbitri. Tagliavento, l'arbitro famoso per le manette mostrate da Mourinho e per il caso Muntari, ha pensato di lasciar impronta anche stavolta quando ha evitato il secondo sacrosanto cartellino giallo a Liechtsteiner e non l'ha espulso. Casi della vita? Si, solo della sua vita. Ma da quel momento ha cambiato modo di fischiare.
E se Handanovic si è preso un po' di palle di carta, anche Orsato, uno degli arbitri di porta, ne ha fatto le spese stando sotto la stessa tribuna. Poi Tagliavento ha pensato di tranquillizzare gli animi concedendo il rigorino per quella manina furtiva che Marchisio ha messo su Milito. E il principe è stato killer preciso.
Il gol lampo ha reso partita più facile ai bianconeri, e tutta terribilmente in salita per gli interisti. E pensare che Stramax aveva proprio detto alla vigilia che non ci voleva una partenza stile Roma. Se possibile, è stata anche peggio. Inter devastata da incapacità sue per almeno dieci minuti. Marchisio ha rischiato il raddoppio immediato per disattenzioni assortite di Gargano e Ranocchia, Handanovic ha fatto il portierone e la Juve non deve aver creduto ai suoi occhi. Se n'è rimasta calma e tranquilla negli appartamenti lasciando sfogare gli altri:ha giocato anche troppo a lungo calcio della normalità: come sempre un po' moscetta nei suoi attaccanti.
L'Inter partita con il tridente ha, invece, dimostrato che non serbe lambiccarsi il cervello sul numero degli attaccanti se poi centrocampisti e difensori vanno a farfalle. Ed, infatti, quando tutti hanno rimesso crapa sulle spalle, ha cominciato a cercar gioco e a individuare spazi e zone dove far male. Sono state punzecchiature più che fucilate. Palacio ha segnato, ma in fuorigioco. Cassano ha mostrato piede mal registrato. Nella difesa nerazzurra si è fatto largo Jesus, il centrocampo ha lavorato con umiltà, Nagatomo ha rullato forte tanto da prendersi meriti nel gol della vittoria. Ed anche nella riscossa: suo l'unico vero tiro interista in porta (deviato da Buffon) prima del rigore. Da quel momento l'Inter ha trovato convinzione. Palacio prova l'assaggio e Caceres salva su Cambiasso.

Poi ci riprova Guarin, entrato al posto di Fantantonio dando sostanza al gioco fisico che serviva nel finale: Buffon salva il primo pallone, non quello calciato da Milito sulla respinta. E Palacio mette la ciliegina finale per il triplete interista e la prima sconfitta juventina nello Juventus stadium.

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