La Juve tira il freno anche contro il Chievo

Marchiosio fuori giri, centrocampo in difficoltà, non basta un gol di De Ceglie in fuorigioco. Del Piero entra troppo tardi

La Juve tira il freno anche contro il Chievo

È l’ultimo quarto d’ora che alza lo sha­re. Non che prima la partita fosse annoian­te ma in cartellone c’era una pretendente al titolo che giocava in casa da imbattuta e dall’altra un quartiere che fa dei miracoli a caso. Lo scontato s’impenna quando Moscardelli, coda da cavallo e fisico roton­detto pr­ima colpisce di testa e sbianca Buffon pietrificandolo, palla sull’esterno del­la rete. Ma poi scende sulla destra, semina unpaiodibianconeriemetteinmezzodo­ve un senegalese schianta la Signora, 1-1. Moscardelli era entrato da una decina di minuti scarsi per Luciano e in buona so­stanza aveva rimesso in parità numerica le due squadre.

Quando Boukary Dramè, ex Psg, segna il pari, per la Juve c’è ancora il tempo per cambiare il corso di questa stagione, den­tro Del Piero, dentro anche Caceres. Juve più viva, ma Sorrentino e Andreolli ades­so pensano solo a difendersi, a scaraven­tarelapallalontanodallaloroarea, acom­piere un altro di quei miracoli. E quando Sorrentino nel recupero si distende sulla sinistra per deviare un destro di Pirlo, uni­co acuto del genio, si capisce cos’è il cal­cio e quanto sia difficile la serie A. Perché il Chievo sta bene e si vede, viene da due vittorie consecutive, è nella colonna di si­nistra e la Juve in questa stagione non gli ha ancora segnato, unica di tutta la serie A. Di Carlo lo fa giocare sull’entusiasmo, tasso tecnico inferiore, organizzazione di gioco semplice, panchina ridotta all’osso ma gioca spalla a spalla con la Juve, incosciente e coraggioso. La Juventus non fa un partitone, tiene il campo e la palla ma Sorrentino di rischi ne corre po­chi, un’uscita bassa al quarto d’ora, fine del lavoro nel primo tempo. Lo frega una punizione di Pirlo sbucciata di testa da Chiellini, palo, ma è proprio il portiere del Chievo che sul rimbalzo e il ritorno in campo della palla la spedisce sulla fronte di De Ceglie in posizione di off side, 1-0. Il Chievo non protesta nemmeno, è una squadra di bravi figlioli, zerofurbi, sigua­dagnano il pane con le fughe di Paloschi e un gioco lineare e veloce che mette an­sia. Alla Juve manca qualcosa, forse i tre punti facili del Milan a Palermo non han­no aiutato, Pirlo e Marchisio dati in ripie­gamento fisico confermano i timori. L’ex milanista perde due palloni pericolosis­simi al limite della propria area al 4’ e al 33’ del primo tempo e protesta, Marchi­sio si ingobbisce e partecipa poco. Non li aiuta neppure il ritmo tenuto sempre al­to dal Chi­evo che sa di non poter compe­tere a cadenze basse. E allora esce la Juve che sa mettersi al pari degli avversari, quella che capisce come si esce da una buca a mani nude, Padoin, Giaccherini, DeCeglie, Lichsteiner spinti da un Chiel­lini uomo ovunque, decisivo davanti e fondamentale dietro con recuperi da ap­plausi.

Ma attenzione perché il Chievo non era al cinema a guardare il film e a metà della ripresa Di Carlo deve avere capito che poteva portarsi a casa qualcosa, fuo­ri Luciano e Sammarco stremato, dentro Hetemai e Moscardelli che ruba il tempo a De Ceglie colpisce di testa e fa svenire Buffon che si accascia impotente men­tre la palla gonfia l’esterno della sua rete.

Il colpo che non riesce è negli avanti: Matri e Vucinic non lavorano in coppia, non si fanno vedere dai compagni e non ricevono una sola palla decente, con il pubblico che a metà ripresa inizia a la­mentarsi, si scalda forte e precede di un paio di secondi la discesa di Moscardelli che si beve De Ceglie,crossa basso all’in­dietro in piena area e trova il sinistro del senegalese Dramè, mai segnato in serie A.

L’esterno basso di Di Carlo ci mette il piattone, Buffonincontrotempo, Bonuc­ci sulla riga tenta un rinvio affannoso e peggiora la situazione scaraventando in definitivamente in porta, quarto pareg­gio nelle ultime cinque di campionato. É l’1-1 e nessuno può dire che non sia giu­­sto, la Juve ha fatto la partita, il Chievo l’ha pareggiata.

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