Juve triplete, una trappola E non basta Mirko «Altafini»

Bastasse un Mirko Altafini... la Juve avrebbe già risolto il problema. Vucinic in panchina e avanti c'è posto. Il successo con il Milan ha creato un problema in più e risolto un problema in meno. Il problema in più risponde alla voce coppa Italia. In una stagione in cui la squadra gioca meno bene (si è visto anche contro il Milan) puntare al triplete rischia di emulsionare l'ottimismo e allontanare il realismo. Per assurdo, ma non troppo, alla Juve sarebbe convenuto mollare la coppetta nostra (ora avrà 5 gare in 19 giorni) e dedicarsi a Champions e campionato. Il sorteggio europeo è stato benevolo e feroce: fa intravedere una strada più lunga in Europa ma obbliga la Signora ad eliminare il Celtic per non sentirsi scornata. E, soprattutto, la costringe a pensare in grande. Direte: è nella sua natura storica. Vero, ma stavolta fallisce se non tocca la semifinale. Al di là dei soliti discorsi degli adulatori.
E qui si innesta il secondo problema: serve un goleador per viaggiare felice e più rassicurata. La sfida con il Milan ha dimostrato, per esempio, che non esistono tutti i punti di differenza che dice il campionato. I soliti adulatori hanno allungato l'alibi: la Juve due è in grado di tener botta al Milan uno, anzi di batterlo. Non proprio così: difficile dire che quello fosse il Milan uno (vedi la difesa). E, comunque, la Juve due (o quasi due) stava pareggiando con i rossoneri. Poi sono entrati Vucinic e Pirlo, guarda caso due dal «touch of class», e la Juve ha preso quota e trovato il gol.
Vucinic come Altafini? Se qualcuno non ricordasse, il magico Josè entrava in campo per manciate di minuti e toglieva la Juve d'impaccio. Vucinic serve nei momenti chiave e per la quinta volta in questa stagione ha spezzato l'equilibrio subentrando dalla panchina. Basta ricordare Supercoppa, Nordsjaelland in Danimarca, appunto il Milan. Altafini dei tempi moderni, magari con più minuti a disposizione, però ogni tanto serve la pausa. Ora poi non sta neppur bene, lo ha raccontato a fine partita: «La caviglia sta migliorando, ma non sono ancora al meglio». Servisse solo Vucinic... La Juve regala la sensazione di avere otto uomini determinanti. Appena vien meno qualcuno, rischia di farsi risucchiare nel limbo dei mediocri. Dicono le classifiche dell'Iffhs, istituto internazionale di storia e statistica del calcio, che la Signora si è classificata 8ªnel mondo nell'anno 2012, prima nei mesi di gennaio e dicembre. In testa a tutti ovviamente il Barcellona. Juve prima squadra italiana, come dice il campionato, ma già in una orbita internazionale più stimolante.
Ecco, allora per tener botta al rango, e al resto del mondo, serve un cannoniere-killer. Anche contro la non proprio solida difesa del Milan la squadra ha faticato a fare gol: c'è riuscito Giovinco che si è divertito a infilzare Emmenthal-Acerbi, poi nebbia o mira sballata. Mago Vucinic ha fatto l'Altafini. Ma ha nuovamente puntato il dito sul problema numero uno, che poi è il pericolo numero uno per il futuro Juve. «Non ci sono primedonne, ci aiutiamo tutti», ha raccontato. Sì, ma una primadonna del gol ci vorrebbe. Conte attende: Drogba costa troppo ma sarebbe indispensabile. Llorente è obbiettivo per l'anno prossimo: troppo lontano. Conta l'oggi. La Juve ha in mano le carte per un bel raccolto, manca solo l'asso. La Champions non è lontana.

Il campionato sarà vinto per manifesta inferiorità degli avversari, ma le partite già perse, nonostante i tre punti in più in classifica rispetto all'anno scorso e il gran numero di gol, dovrebbero indurre all'attenzione.
Che poi Marchisio abbia lanciato la guerra dei nervi, dimostra che la Juve ha meno sicurezze di quanto appaia. A parte l'invidia per Cavani.

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