
Lo Stadium è tornato a ruggire. Soprattutto, la Juventus è tornata a fare del proprio impianto un fortino difficile da espugnare. Vero che si è ancora agli albori della stagione e che già domani sarà tempo di misurarsi sempre tra le mura amiche contro il Borussia Dortmund nel match di esordio in Champions League, vero però anche che la Signora targata Tudor pare avere trovato un'anima: quella tipica della squadra che non molla mai e che gioca davvero fino alla fine per il massimo obiettivo. "Piedi per terra e nessun altro atteggiamento che non sia quello del lavoro quotidiano", ha ribadito l'allenatore croato appena dopo avere battuto l'Inter in una delle partite più pazze degli ultimi anni. Però, insomma, quel 4-3 rimarrà nella testa e nell'animo di tanti, giocatori in primis: i quali si stanno convincendo che sì, lottare per qualcosa di importante sembra davvero possibile. E se anche non si vuole guardare la classifica con attenzione, quei 9 punti in tre partite stuzzicano l'appetito e lasciano già presagire un duello con il Napoli che andrà goduto passo dopo passo.
Nel frattempo, è però anche giusto celebrare quanto di buono costruito e mostrato finora: una rosa lunga che è già venuta buona e che da domani, quando appunto si giocherà anche in Europa, si rivelerà ancora più utile. E poi l'atteggiamento famelico che ha permesso alla squadra di non arrendersi quando l'Inter si è portata sul 3-2, oltre alla gioventù salita al potere con le facce toste dei ragazzini terribili Yildiz e Adzic, rispettivamente classe 2005 e 2006. E se del primo si è già detto e visto parecchio, altrettanto accadrà anche per il secondo, lui pure una sorta di predestinato da far crescere con calma ma anche da lanciare senza troppi timori vista la classe cristallina di cui dispone. "Testa bassa e pedalare, pensiamo alla prossima", è il mantra di Tudor. Il quale, da quando si è seduto sulla panchina della Juventus, allo Stadium ha sempre e solo vinto: quattro partite della scorsa stagione (contro Genoa, Lecce, Monza e Udinese) e due di quella attuale (Parma e Inter), mantenendo la porta inviolata in quattro occasioni, segnando 14 reti e subendone quattro. Pare insomma di essere tornati ai tempi in cui davvero giocare nell'impianto di casa era quasi garanzia di successo: ovviamente serviranno altre controprove, ma intanto il morale è al top, i tifosi sognano e alcune big della serie A sono già staccate in classifica.
Partendo dal presupposto
che è vietato illudersi come forse era accaduto lo scorso anno dopo la vittoria di Lipsia in Champions, quando però si era infortunato Bremer -, immaginarsi competitivi per i piani altissimi della classifica non è reato.