La Juventus, i suoi tifosi e tutto il calcio italiano sono in ansia per Giuseppe Furino. L'ex centrocampista bianconero, 75 anni, infatti è ricoverato in grave condizioni, ma stabili, per un'emorragia cerebrale. La bandiera della Vecchia Signora è ricoverato presso lo Stroke Unit dell'ospedale Santa Croce di Moncalieri. Le sue condizioni, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, sono stabili pur nella loro gravità ed al momento è escluso l'intervento chirurgico. Furino nello scorso mese di marzo aveva visto la moglie Irene morire per via del Covid: "Mi sento in colpa, l'ho portato io in casa e ho contagiato tutti, questo è il mio senso di colpa infinito. Sono confuso, è successo così in fretta, la situazione è precipitata e ci ha contagiato tutti", questo il suo amaro pensiero in quella circostanza.
Sua moglie, Irene Vercellini, era molto apprezzata a livello politico nella città di Moncalieri: "Se sono entrato nel consiglio comunale di Moncalieri l’ho fatto per lei, che amava la politica quasi quanto la Juve. Era tifosissima, nonché piuttosto accesa nei suoi comportamenti. Era una vera tifosa da stadio, andava nei distinti al Comunale prima che io la convincessi a seguirmi in tribuna. Erano anni meno esasperati di questi, si poteva anche perdere ma non si perdeva il sorriso. Siamo peggiorati, e mi ci metto dentro anche io. Vivo una tensione che non mi apparteneva".
Una carriera in bianconero
Furino, palermitano doc, è cresciuto nelle giovanili della Juventus e dopo essere andato in prestito tra Savona, per due anni, e tra le fila dei rosanero per una sola stagione, è poi tornato in bianconero dove in 15 anni ha messo insieme oltre 500 presenze in tutte le competizioni condite da 19 reti. Giusepepe Furino è anche stato capitano per 7 anni della Vecchia Signora ed ha vinto molto tra le fila bainconere: 8 campionati italiani, 2 Coppe Italia, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa delle Coppe, disputando inoltre 2 finali di Coppa dei Campioni.
Qualche tempo fa Furino parlava così in merito al termine "bandiera" nel mondo del calcio: "Quel termine non mi è mai piaciuto. E se non ho avuto una seconda vita alla Juve è colpa mia: l’avvocato Chiusano mi tormentava affinché facessi il corso da tecnico a Coverciano. Ma io niente".
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