nostro inviato a Torino
A Natale la Juventus si cuce addosso mezzo scudetto. Batte la Roma nello scontro diretto tra prima e seconda della classe ed è campione d'inverno con due giornate d'anticipo. I giallorossi scivolano a meno sette, mentre il Milan è a meno nove. A decidere è l'uomo dai gol pesanti, quel Gonzalo Higuain i cui novantaquattro milioni di clausola rendono alla grande. Castigate Fiorentina, Napoli, Torino e adesso Roma. Il dominio della Signora è nei numeri che le fanno toccare quota cento punti nell'anno solare. Cifra perfetta di fronte alla quale si devono inchinare per ora tutti. E la seconda forza del torneo si gioca tanto senza fare praticamente un tiro in porta in quello Juventus Stadium vestito a festa per l'occasione con record d'incasso e di presenze. Nel fortino bianconero, venticinque vittorie di fila in campionato, i giallorossi vengono ancora una volta rimandati, settima sconfitta in sette trasferte. E così pensare a un finale diverso rispetto agli ultimi cinque campionati diventa difficile.
Ci si aspettava di più da una Roma timida e nervosa, mentre la Signora è sempre la solita macchina da guerra. Anche perché Allegri e Spalletti rinunciano alla fantasia, facendo accomodare in panchina Dybala e Salah, ma se la Juve ha il solito leone Mandzukic dall'altra parte c'è Gerson in versione gazzella. Juve-Roma nei primi quarantacinque minuti è racchiusa in questi due interpreti. Una Signora che scatta a razzo, tosta salta addosso ad ogni pallone, dura in tutti i contrasti, mentre dall'altra parte la Lupa è tenera come il brasiliano che fino a ieri sera aveva collezionato appena 85 minuti in campionato. La Juve va a memoria, la Roma «mono-ala» (pure El Shaarawy tenuto fuori) sembra spaesata perché solo Perotti supporta Dzeko, mentre Nainggolan è l'unico sempre all'altezza della situazione. Poi la differenza come sempre la fa Higuain che travolge letteralmente De Rossi e inventa il gol del vantaggio con un sinistro chirurgico. Settimo gol nel primo quarto d'ora per la Juve: nessuno parte forte come lei in serie A. Trenta reti in trentacinque partite di campionato nel 2016 per il Pipita. De Laurentiis che continui pure a mandargli i friarielli che l'argentino li trasforma tutti in gol.
La reazione della Roma è solo di nervi, preda dei fantasmi del passato che portano Nainggolan e soci a protestare per ogni contatto. L'unico brivido è la solita palla inattiva che imbarazza la difesa della Signora e porta Manolas al tiro da pochi passi, ribattuto. La squadra di Allegri non affonda con un paio di ripartenze ed è l'unico rammarico per la capolista alla fine del primo tempo chiuso senza subire tiri in porta.
A inizio secondo tempo Spalletti corregge l'evidente errore di formazione: fuori Gerson e dentro Salah. La Juve perde invece Pjanic (una botta) che lascia il posto a Cuadrado. Non cambia il copione con la Roma che sbatte sul muro bianconero con Dzeko che non la becca mai, mentre la Juve pensa più a tenere sotto controllo la situazione. Anche se poi l'occasione migliore capita sui piedi di Sturaro, ma Szczesny tiene viva la Roma con un prodigio che esalta i suoi riflessi (si ripeterà nel finale sempre sul mediano bianconero). Spalletti prova il tutto per tutto fuori De Rossi e dentro El Shaarawy. Dopo un'altra mischia pericolosa davanti a Buffon è debole invece il tiro di Perotti ma è un campanello d'allarme per Allegri che si è invece tirato indietro inserendo Barzagli per Lichtsteiner e passando di fatto alla difesa a tre.
La Roma finisce all'attacco trovando cuore e coraggio che gli erano mancati per oltre un'ora. La Juve barcolla come raramente le era capitato, ma non cade e quando Allegri toglie Higuain per Dybala sembra già un anticipo di festa scudetto. E siamo solo a Natale.
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