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La Juventus trema: nuove accuse per falso in bilancio

Nel mirino della Guardia di Finanza quattro mensilità non incassate dai calciatori durante il periodo del Covid-19 con le stagioni 2019-2020 e 2020-2021 nel mirino

La Juventus trema: nuove accuse per falso in bilancio

La Juventus è finita, ancora una volta, nel mirino della Guardia di Finanza. Secondo quanto riportato dall'Ansa, infatti, ci sarebbero nuove accuse di falso in bilancio nei confronti del club di corso Galileo Ferraris con uove perquisizioni della Guardia di Finanza in noti studi legali tra Roma, Torino e Milano. Nel mirino degli inquirenti quattro mensilità non incassate dai giocatori durante il periodo del Covid-19 (quindi gli ultimi due anni).

La ricostruzione

Secondo quanto riporato dall'Ansa questa "manovra stipendi" della Juventus è entrata nel mirino della procura di Torino che ha così deciso di indagare. La Guardia di finanza, come detto, su indicazione dei pubblici ministeri, ha eseguito una serie di perquisizioni nel capoluogo piemontese, a Milano e a Roma. Questo è un nuovo filone dell'indagine sulle plusvalenze che ha portato nelle casse bianconere 282 milioni di euro in tre anni che qualche mese fa aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati i vertici del club bianconero.

Gli inquirenti hanno preso in esame i bilanci relativi alle stagioni 2019-20 e 2020-21 (quelle condizionate dalla pandemia da coronavirus). L'espediente contabile ha insospettito la Guardia di Finanza che ha deciso di vederci chiaro in questo differimento all'esercizio successivo delle retribuzioni ai calciatori relative a quattro mensilità. Quello che vogliono capire i magistrati è se se la procedura è stata corretta dal punto di vista contabile. Pare che la loro idea sia che riduzioni e integrazioni siano state concordate contestualmente.

Le due voci, però, sarebbero poi state sistemate in due bilanci diversi: nel primo sono state inserite le riduzioni, con il conseguente abbattimento dei costi relativi al monte stipendi, e in quello successivo le integrazioni. Questa procedura, dunque, sarebbe scorretta, secondo gli inquirenti, perché la società sapeva con largo anticipo che avrebbe dovuto pagare gli atleti. Secondo quanto riportato dall'Ansa, infatti, dalle carte delle indagini, risulta che i pubblici ministeri che indagano sulla Juventus si sarebbero imbattuti nella prassi di custodire alcuni documenti riservati fuori dalla sede per poi procedere alla loro distruzione una volta esaurito il loro scopo di garanzia.

Per la questione plusvalenze sono stati indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e alte cinque persone, tra dirigenti ed ex dirigenti del club bianconero. La Juventus, inoltre, è chiamata in causa in qualità di persona giuridica e, sul fronte della giustizia penale, in caso di condanna rischia una forte sanzione pecuniaria.

Secondo l'agenzia nazionale di stampa associata, del caso plusvalenze si sta occupando, in seguito alla segnalazione della Covisoc, anche la Procura Federale della Figc, con i magistrati che si sono interessati anche a una presunta scrittura privata fra la Juventus e Cristiano Ronaldo di cui avevano trovato traccia in una intercettazione ma che non sarebbe ancora emersa.

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