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Kalulu, quel gran lavoratore del campo che solo Landini può fermare. Forse

Lui e Ginter, in Europa, hanno giocato ogni minuto

Kalulu, quel gran lavoratore del campo che solo Landini può fermare. Forse
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In un calcio dove i difensori sembrano fatti di cristallo, pronti a rompersi al primo contrasto, Pierre Kalulu è l'eccezione che conferma la regola, tanto che pare forgiato come quelli di una volta. Arrivato alla Juve dal Milan nell'estate 2024, il francese classe 2000 fa sembrare il minatore Stachanov un assenteista cronico. Nella stagione 25/26, sotto Tudor prima e Spalletti poi, ha disputato tutte le partite ufficiali da titolare, senza saltare neppure un secondo: 90 minuti pieni, sempre, in Serie A, Champions e Coppa Italia. Un record europeo condiviso con il corazziere Ginter del Friburgo, sul quale non a caso l'Inter stava per mettere le mani.

Elegante in impostazione, roccioso nei duelli, Kalulu fa della costanza un'arte. Gol decisivi, fresco quello al Pisa, assist, inserimenti, non è solo un difensore, è un jolly totale, un intoccabile, un duro. Nemmeno gli infortuni altrui lo scalfiscono perché mentre Bremer e compagni si fermano, lui corre, come Forrest, per tutti. Ma attenzione: gli unici che potrebbero davvero fermare questo treno inarrestabile non sono attaccanti affamati o tackle duri. No, signori, solo Maurizio Landini con uno sciopero generale o i ragazzi di Askatasuna con un corteo torinese riuscirebbero a spedirlo in panchina forzata.

Stoppare i treni? Facile. Bloccare lui? Missione impossibile, a meno di non proclamare l'astensione dal campo! La Juventus ringrazia, la difesa respira e la dirigenza milanista si sta mangiando ancora tutte e due le mani.

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